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Cinquant’anni di una chiesetta di montagna

La chiesetta al Corno d’Aquilio

Nel 1970, a seguito di una serie di sciagure, venne inaugurata una chiesetta per onorare la memoria delle vittime della speleologia. Per narrare la storia di questa “avventura”, che la FIE patrocinò e tuttora patrocina, in occasione del cinquantesimo anniversario della edificazione è stato pubblicato un libretto che ne ripercorre i vari passaggi, dalla costruzione ai successivi interventi, più o meno massicci a seconda del tipo di danno causato dalle calamità naturali, di manutenzione. Ne viene fuori un racconto per immagini che illustra l’enorme mole di lavoro svolto dai volontari nel corso di questi lunghi anni.

Vale la pena ricordare che la chiesetta, consacrata a S. Benedetto, patrono di speleologi, architetti e ingegneri, si trova in zona Corno d’Aquilio, Monti Lessini (Verona) ed è sul percorso del Sentiero Europeo E7 che, a poca distanza, si interseca con il Sentiero Europeo E5.

Qui di seguito riportiamo il libretto, sia in formato lettura online che scaricabile e stampabile, preceduto dal breve intervento di saluto di Domenico Pandolfo, presidente nazionale FIE. 

Saluto di Domenico Pandolfo

La targa FIE

Nel 1964, 56 anni fa, nel corso dell’esplorazione della “Spluga della Preta” al Corno d’Aquilio si verificò un incidente mortale che costò la vita alla giovane Marisa Bolla Castellani, moglie del capo spedizione Luigi Castellani, all’epoca dei fatti Dirigente nazionale della FIE. Nel 1968 prendeva avvio l’idea della costruzione di una chiesetta, un edificio di culto per ricordare le vittime della speleologia e da dedicare a S. Benedetto, patrono d’Europa degli speleologi, degli architetti e degli ingegneri. A causa degli accadimenti funesti avvenuti qualche anno prima, fu individuato in quella località il sito ove costruire questa testimonianza della pietà popolare.

La Federazione Italiana Escursionismo, da sempre attenta a tutto ciò che si muove intorno all’ambiente montano e alle vicissitudini degli uomini legate alla montagna, volle contribuire materialmente alla sua costruzione.

Nei decenni successivi alla sua edificazione, il piccolo tempio più volte ha subito danni ingenti causati da avversità atmosferiche che si sono abbattute sulla zona e, ogni volta, le persone ad esso legate hanno voluto tangibilmente mostrare la propria devozione, realizzando le necessarie opere di riparazione.

È quello attuale l’ultimo intervento di manutenzione e se non ci si può augurare che sia l’ultimo, ci si augura che l’uomo possa sempre trovare forti motivazioni per mantenere viva questa testimonianza di attenzione alla sacralità e alle vittime della montagna, intesa in tutte le sue modalità di fruizione.

Un merito particolare va riconosciuto all’Associazione APSS dell’Abazia di Badia Calavena, affiliata alla FIE – Federazione Italiana Escursionismo per essersi resa promotrice dell’evento attuale che restituisce ai devoti e ai frequentatori dell’ambiente montano, escursionisti di lungo corso o semplici gitanti della domenica, questo edificio dedicato al raccoglimento: la montagna è il luogo dove più di altri si può percepire la bellezza e la grandezza del creato, dove i sensi restano rapiti dall’immensa bellezza dell’ambiente naturale. Le opere materiali e/o immateriali sono realizzate dall’uomo per ricordare e rendere omaggio a fatti accaduti, testimoniandoli così ai nostri posteri. Grazie APSS dell’Abazia di Badia Calavena per essere stato braccio ispirato di questa operazione di ristrutturazione e per aver riproposto, con successo, una nuova opportunità di incontro tra persone di buona volontà, attratti dalla bellezza e dal fascino assoluto della montagna.

Domenico Pandolfo
Presidente FIE – Vicepresidente ERA

1970 – 2020 cinquant’anni di una chiesetta di montagna (formato scaricabile e stampabile)

Libretto_chiesetta_Preta_2020
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