FIE Italia

Federazione Italiana Escursionismo

Il nuovo sito della FIE

Si ricorda che a partire dal 1 agosto 2022
è attivo il nuovo sito della FIE: fieitalia.it.

Tutti i contenuti recenti possono essere visualizzati
solo all'indirizzo nuovo.

Questo sito resterà attivo fino al completamento
del trasferimento degli archivi al nuovo indirizzo.

Il corridoio Molisano/Campano del Sentiero Europeo E/1: descrizione

La Federazione Italiana Escursionismo (F.I.E.) è stata rifondata nel 1946 a Genova.

Nel 1971 con D.P.R. 1152 alla FIE viene riconosciuta la personalità giuridica quale Ente morale. Nel 2004 il Ministro dell’Ambiente, con suo decreto, inserisce la FIE tra le associazioni di protezione ambientale. La FIE si qualifica come Associazione di promozione sociale e come tale eleva a proprio riferimento la legge 383/2000. La FIE è membro effettivo della Fédération Européenne de la Randonnée Pédestre (FERP), anche European Ramblers Association (ERA) o Europäische Wandervereinigung (EWV), organizzazione fondata il 19/10/1969 in Germania.

La Federazione Europea Escursionismo (FEE) comprende attualmente 59 federazioni nell’ambito di 29 nazioni europee oltre al Marocco ed Israele, con più di 3.500.000 di soci.

Il fine principale della FEE consiste nel promuovere l’escursionismo e il trekking oltre le frontiere nazionali al fine di contribuire alla conoscenza e amicizia fra le varie nazioni, secondo l’intento di “camminare da popolo a popolo oltre le frontiere nazionali“.

A tal proposito, uno dei collegamenti più importanti ideato dalla FEE è quello denominato, non a caso, “corridoio sentieristico europeo E/1 – Capo Nord (Norvegia)/Capo Passero (Italia) – che attraversa l’intero continente da Nord a Sud.

Il sentiero è stato inaugurato il 31 luglio 1972 a Costanza in Germania. Parte dalla cittadina svedese di Grovelsjon e fino allo scorso anno terminava a Scapoli (IS). La FIE IRPINIA TREKKING, producendo un notevole sforzo organizzativo e di impegno di personale volontario, è riuscita a tracciare e segnare, con segnaletica internazionale bianco-rossa, tutto il tratto Molisano/Campano che, partendo da Scapoli, piccolo Comune di 666 abitanti con un museo dedicato alla Zampogna, in Provincia di Isernia, tocca la località di Acquaviva, sale sul Colle Cerasara (907 m. slm), scende verso la Madonna di Merzone (742 m. slm), per giungere a Montaquila, Comune di 2.444 abitanti che ha come sfondo le Mainarde, e finire a Roccaravindola (Sede di Tappa).

Da qui si supera il fiume Volturno e si sale sul Falascosa e Monte Lucito, si passa a fianco della Fontana la Volpe e su Starze del Mozzo (797 m. slm) e Monte Mersa del Socio (959 m. slm). Si giunge al Cimitero di Gallo, paesino del Casertano di 555 abitanti specializzato nella lavorazione del Tombolo, si gira su un lato dell’omonimo Lago e si sale a Letino, altro piccolo paesino del Casertano, anch’esso sviluppatosi sull’omonimo Lago (Sede di Tappa).

Da Letino si sale verso la Sorgente del Campo e la Fontana dei Palombi (1173 m. slm), da qui si procede di nuovo nel territorio Molisano e si va sul Monte Morzo (1599 m. slm), il Monte Ruzzo (1563 m. slm), ed il Monte Miletto (2050 m. slm), punto più alto di tutto il tratto Molisano/Campano. Si scende passando per la Grotta delle Ciaole, per giungere a Campitello Matese (1440 m. slm), nella stazione sciistica (Sede di Tappa).

Da Campitello, dopo aver attraversato il pianoro e superato la sorgente Capo d’Acqua, si sale, su un sentiero impervio, sul Monte Gallinola (1923 m. slm). Attraversando, in discesa, tre piccoli pianori, si giunge al Piano della Corte (1600 m. slm), dove si supera uno stazzo e si risale un po’ seguendo la linea di cresta, per scendere ad intersecare la SP 319. Si imbocca una sterrata dopo aver attraversato la strada, e si passa sotto le Sogliette degli Abeti e il Monte Porco, per giungere alla Piscina Cul di Bove, per salire un po’ e scendere a Serra del Perrone (1250 m. slm), snodo sdradale che porta al Lago Matese, a Guardiaregia, a Campitello e a Bocca della Selva. Si continua su una sterrata, sempre nel Molisano, che supera cinque canaloni per poi abbandonarla e risalire a fianco del Canalone Cusano su un sentiero zig-zagante, per riprendere una sterrata che conduce a Bocca della Selva (1400 m. slm), centro turistico estivo ed invernale (Sede di Tappa).

Da Bocca della Selva si sale al Monte Mutria (1822 m. slm) da dove, nelle giornate limpide, si può vedere il mare Adriatico e il mar Tirreno. Si ridiscende a Bocca e si imbocca una sterrata storica che passa davanti ad alcune fontane, per poi scendere per la Costa del Monaco, secolare sentiero che portava alle miniere di bauxite, e giungere a Cusano Mutri, il cui centro storico a giugno viene addobbato con stupende composizioni di fiori per la festa dell’Infiorata (Sede di Tappa).

Da Cusano il percorso continua attraversando le Gole del Titerno, su una mulattiera di epoca sannitica che si snoda tra un querceto e le bianche rocce calcaree che formano piccole cascate, gorgogli e vortici, Si possono visitare grotte e antichi ponti, tra cui il Ponte di Annibale, nel Comune di Cerreto Sannita.

Si risale per scavalcare la Prece Lautala (729 m. slm) e giungere così a San Lorenzello, antico borgo sul Titerno, ove da secoli si producono raffinate ceramiche (Sede di Tappa).

Si attraversa l’intera valle, luogo di produzione del vino Solopaca e del Taburno, passando per Castelvenere su interpoderali che servono i vigneti che si ammirano a perdita d’occhio, per giungere, dopo aver attraversato il fiume Calore, a Solopaca (Sede di Tappa).

Inizia uno dei tratti più impegnativi in quanto dai 58 m. slm del fiume Calore, attraverso impervi sentieri, si arriva prima sul Monte Caposauro (1390 m. slm) e, successivamente, dopo aver percorso l’intero altopiano del Parco da Nord a Sud e aver superato fontane e pianori, nei Comuni di Vitulano, Cautano e Tocco Caudio, sul Monte Taburno (1394 m. slm).

Inizia così la discesa verso la Valle Caudina, toccando Bonea e Montesarchio, con il suo imponente castello medievale. Finisce qui il tratto beneventano del Sentiero E/1.

Rifugio Toppo del Monaco

Da Montesarchio, solcando il limite provinciale, si giunge a San Martino Valle Caudina, che conserva lo splendido Castello Pignatelli della Leonessa, la Collegiata di San Giovanni Battista e i palazzi Cenci Bolognetti e Pignatelli della Leonessa. Da qui in poi si entra nel Parco Regionale del Partenio, passando per la sorgente del Mafariello, una delle acque più pure della Campania, il Piano carsico di Lauro, la Sorgente Acqua Fredda, la più alta del Partenio, la Sorgente Acqua delle Vene nell’Oasi WWF di Pannarano, per giungere al Rifugio Montano Toppo del Monaco (1160 m. slm), gestito dalla FIE Irpinia Trekking (Sede di Tappa).

Dal Rifugio, su una sterrata prima ed un sentiero poi, si giunge ai ruderi del Santuario dell’Incoronata (1577/1806), sorto nel sito del romitaggio di Giulio da Nardo (poi trasferitosi nel Santuario di Montevergine, e, dopo la sua morte, beatificato), e distrutto dai francesi nel 1806, oggetto di un recente intervento di recupero.

Si prosegue con l’attraversamento del Partenio passando per il pianoro carsico di Campitello Sant’Angelo, per il Monte Vallatrone (1517 m. slm), da dove si possono ammirare Ischia e Procida, per Campo Maggiore e per il Santuario di Montevergine (1265 m. slm), fondato da San Guglielmo da Vercelli nel 1124, casa di “Mamma Schiavone”, Madonna nera.

Giustino Fortunato da giovane

Per il sentiero dei Pellegrini, che viene da secoli percorso anche a piedi scalzi dai fedeli della “Madonna”, si scende a Ospedaletto d’Alpinolo, ridente località turistica, dove è fiorente il commercio del torrono, della castagna del Prete e di varie forme di artigianato; da non perdere la visita alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo del 1500. Qui finisce il Parco Regionale del Partenio e si prosegue per Avellino (Sede di Tappa). Il tratto da Cervinara ad Avellino è stato percorso, nel giugno del 1878, da Giustino Fortunato.

Dalla città capoluogo si risale per il Monte Faliesi e si giunge alla grotta longobarda di San Michele, probabilmente dedicata al Santo nel 677 dopo la vittoria conseguita sulle popolazioni locali. Si scende a Contrada passando per la chiesa del Carmine della metà del ‘600, per la chiesa di San Giovanni Battista della metà del ‘700 e la chiesa di Sant’Antonio, del 1756, e, attraversando il Bosco della Signora e il Bosco Materdomini, si giunge alle frazioni di Canale e Ferrari, nle Comune di Serino, ammirando magnifici castagneti. A Serino (Sede di Tappa) sono da visitare la chiesa di Santa Maria della Neve del 1500, il Convento di San Francesco del 1600, l’eremo di San Gaetano 1650, la chiesa di San Giovanni del 1683 e la chiesa di San Lorenzo del 1550.

Da Serino, una delle porte del Parco dei Monti Picentini, si costeggia il fiume Sabato passando dalla Civita romana di Ogliara, fino a giungere alla sua sorgente, attraverso castagneti secolari, per poi svalicare a Colla Finestra e scendere alle sorgenti del fiume Calore mantenendo la destra orografica, fino alla intersezione con la SS 674 Montella-Acerno. Qui, dopo un po’, ci si immette in un’altra zona di castagneti secolari dirigendosi verso Bagnoli (Sede di Tappa), dopo aver costeggiato il torrente Lacinolo. Da non perdere il Castello normanno-svevo, la chiesa Collegiata dell’Assunta, con il suo pregiato coro ligneo intagliato (1652) con raffigurazioni in rilievo di episodi del Vecchio e Nuovo Testamento e il borgo antico, nonché, a fine ottobre, la sagra della castagna e del tartufo.

Dal centro del paese ci si dirige verso la zona dei vecchi mulini sul torrente Caliendo per poi risalire, sempre nei castagneti di Ponticello, verso Vallepiana e la grotta carsica del Caliendo, visitabile con guide e percorribile per circa 3,5 km. con bellissime stalattiti e stalagmiti. Dalla grotta si giunge fino al Lago Laceno (Sede di Tappa), unica vera stazione sciistica campana. Questo tratto fu percorso da Giustino Fortunato nell’estate del 1878.

Sulle sue orme il corridoio sentieristico E/1 continua l’attraversamento del Parco dei Picentini salendo sul Monte Calvello (1579 m. slm) ove orbitano i comuni di Lioni, Bagnoli, Calabritto e Caposele, per poi ridiscendere verso la Valle del Sele su sterrata.

Si giunge a Caposele (Sede di Tappa) non prima di aver incontrato tre sorgenti con fontana e abbeveratoio in pietra viva lavorata, proprio sulle sorgenti del fiume Sele, da cui parte l’Acquedotto delle Puglie. Anche qui vi è un Castello normanno-aragonese ove nel 1375 furono celebrate le nozze di Margherita d’Aragona. Da Caposele una prima bretella porta a Materdomini dove si può visitare la vecchia basilica edificata nel 1755 che comprende un convento con chiostro circondato da portici, fondato nel 1746 da Sant’Alfonso dei Liguori, ove si trova la cella dove morì San Gerardo. Da Materdomini si giunge al Lago di Conza e a Sant’Andrea di Conza, seguendo la via di pellegrinaggio che dalla Basilicata e dall’Alta Irpinia portava, nel Medioevo, al Santuario di Montevergine e, successivamente, a San Gerardo da Maiella.

Una seconda bretella da Caposele, passando sotto il Monte Oppido e davanti a due sorgenti, giunge a Lioni e al Santuario-Monastero del Goleto, a Sant’Angelo dei Lombardi, sempre fondato da San Guglielmo.

Sempre da Caposele il sentiero continua salendo sul Monte Pollaro (1282 m. slm) e, dopo una discesa sul rio Zagarone, risale a Calabritto (Sede di Tappa). Da visitare il castello normanno di Quaglietta e il centro storico che lo circonda, doventato, dopo il terremoto del 1980, un Albergo Diffuso.

Da Calabritto una bretella di notevole interesse naturalistico religioso ci porta a costeggiare il rio Zagarone fino alla grotta dedicata alla Madonna del Fiume, per poi continuare verso la chiesa rupestre della Cappella dei Grienzi (931 m. slm) e concludere all’altra chiesa rupestre della Madonna della Neve (948 m. slm), ove si incontra il sentiero principale che prosegue verso il Monte Altillo (1432 m. slm) e il Monte Boschetiello (1574 m. slm), da dove si può spaziare con lo sguardo a 360 gradi, dal Vulture al Parco Regionale dei Marzano Eremita, al Parco Nazionale del Cilento-Vallo di Diano con i Monti Alburni, al Polveracchio, al Cervialto (che, con i suoi 1809 metri è il monte più alto dei Picentini), al Calvello, al Pollaro e alla Valle dell’Ofanto. Da qui si scende verso Senerchia ammirando, dall’alto, il Castello di Quaglietta sopra citato. Il percorso ci conduce sotto le mura del castello aragonese e davanti alla chiesa di San Michele, del XIII secolo con torre campanaria con tre campane, da poco completamente restaurata e nel vecchio borgo attraversato da un ruscello, distrutto dal sisma del 1980 (Sede di Tappa).

Da Senerchia si continua verso Sud e si giunge all’ingresso dell’Oasi del WWF della Valle della Caccia, assolutamente da visitare. Infatti, il torrente che la attraversa ha scavato nel corso dei secolo a tal punto nella roccia e nel terreno da creare uno stretto e profondo passaggio che culmina sotto una cascata di circa 30 metri a strapiombo sopra le nostre teste. Continuando, dopo un po’, si passa nella provincia di Salerno e si attraversa Oliveto Citra, con il suo bel centro storico, sormontato dal castello, per poi concludere la tappa a Contursi Terme, noto centro termale con una notevole quantità di acque sulfuree proprio sul fiume Sele.

Alla stazione di Contursi si lascia la Valle del Sele e si segue la Valle del Tanagro, tendosi sulla sponda destra fino alla stazione FS di Sicignano degli Albumi, ove si supera il fiume e si inizia a salire verso i Monti Albumi (denominati anche le Dolomiti del Sud). Su strade interpoderali si giunge in paese (Sede di Tappa).

Una bretella si dirama da Bagni Forlenza (Contursi) e si dirige verso l’immissione del Tanagro nel Sele, supera lo snodo autostradale della Salerno-Reggio Calabria e, sempre su stradine interpoderali, sale a Postiglione (Sede di Tappa), dominato dal suo castello normanno (XI secolo) ai piedi dei Monti Albumi, porta d’ingresso al Parco Nazionale del Cilento-Vallo di Diano.

Dal campo sportivo di Sicignano si prende un sentiero storico che, con buona pendenza, passa tra secolari castagneti, che poi lasciano spazio a faggi e tassi. Il percorso si sviluppa su stretti tornanti con muretti a secco e dai 1177 ai 1431 m. slm ci si immette in una alta struttura rocciosa che ci porta a Vuccullo dell’Arena (1504 m. slm), ove si incontra il percorso che proviene da Postiglione. Infatti, da Piazza Europa in Postiglione inizia l’altro sentiero di penetrazione negli Alburni. Dopo una serie di tornanti si incontra la Grotta di Sant’Elia (862 m. slm). Superato un bel tratto con scalini, si passa sotto costoni di roccia che si aggirano per giungere, prima, ad una sella e, poi, segunedo la linea di cresta, sul Monte La Nuda (1704 m. slm). Dopo una pausa, si scende verso Campo d’Amore e, successivamente, con continui piccoli saliscendi, si passa per Monte Urto (1661 m. slm), Monte Tirone (1556 m. slm), per giungere a Vuccullo dell’Arena, dove i due tratti si incontrano. Da qui, passando vicino a profondi inghiottitoi, si inizia a salire, prima nel bosco e, poi, seguendo la linea di cresta fra roccette, fino al Monte Panormo (1742 m. slm). Si scende la linea di cresta opposta e si passa per le località Lauro Fuso e Grotta Maffei, per giungere al Monte Figliolo (1299 m. slm) da cui, seguendo a sinistra il sentiero, ci si incunea in un piccolo varco fra le rocce. Si scende con buona pendenza e si sbocca sulla strada asfaltata alle porte di Petina (645 m. slm, Sede di Tappa).

Le tappe del corridoio Molisano/Campano

FIE Italia © 2017 • Via Imperiale 14 • 16143 Genova GE