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La montagna nella cultura

Con il suo fascino e il suo mistero, la montagna ha sempre avuto un ruolo importante nell’immaginario collettivo delle popolazioni che vivevano attorno alle sue pendici.

Simbologia religiosa

La montagna rappresenta il centro del mondo e il veicolo dell’ascensione al cielo o del ritorno al principio, oltre che rappresentare il luogo della manifestazione del sacro (ierofania) o del divino (teofania). Il carattere mistico attribuito alla montagna dipende anche dal fatto che sulla sua cima, spesso coperta di nubi, e avvolta da lampi si consumano le nozze sacre (ierogamia) tra Cielo e Terra.

Il Monte Tabor, luogo della sepoltura di Adamo, segna l’omphalos, il centro o ombelico del mondo e sulla sua cima avviene la trasfigurazione di Crsto; Mosè riceve le Tavole della Legge sul Monte Sinai; il profeta Elia risiede sul Monte Carmelo; Cristo ascende dal Monte degli Ulivi e viene crocefisso sul Monte Calvario (e questi sono solo alcune delle innumerevoli situazioni che coinvolgono il ruolo della montagna nella Bibbia). Anche il cosmo viene spesso rappresentato in figura di un monte a terrazze, come la montagna del Monte Meru nella mitologia induista e buddhista, o reso per mezzo di piramidi a gradoni (per esempio, Borobudur a Giava). Montagne divine trasformate architettonicamente erano le ziqqurat dell’antica Mesopotamia. I pellegrini alle montagne sacre simboleggiavano il graduale distacco dalla quotidianità e l’ascensione spirituale.

Per gli antichi greci le cime dei propri monti (Olimpo, Parnaso, Elicona) erano la dimora degli dei o delle Muse. Alle pendici della montagna sono inoltre collocate le porte del Regno dei morti, simbolo del ritorno al principio: il ventre della Grande Madre. Nella tradizione cristiana medioevale spesso il Paradiso Terrestre è collocato sulla montagna del Purgatorio, come nella Divina Commedia dantesca.

Nell’iconografia cristiana il Giudice universale della fine dei tempi viene frequentemente raffigurato seduto su una montagna di nuvole. In Europa chiese e cappelle furono spesso costruite sulle cime dei monti per cancellare i culti precristiani.

In tutte le sue manifestazioni religiose e culturali, dunque, l’uomo scopre la naturale sacralità dei monti e in essi si materializza il suo intimo bisogno di trascendenza e di sacro. L’uomo antico si avvicina ai monti dopo riti di purificazione; sui monti celebra culti e innalza templi; li carica di funzioni sacrali, a volte li identifica con la divinità stessa. Spesso, in tutti i tempi, accanto alla naturale sacralità dei monti, l’uomo aggiunge, mediante riti propiziatori, una sacralità dedicatoria.

Nell’epoca della Controriforma cattolica, tra Lombardia e Piemonte nascono i Sacri Monti, come esempi di una “nuova Gerusalemme”.

Il Monte Fuji, in Giappone, è una montagna sacra per lo shintoismo.

Fonte:

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