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Che cosa è la marcia alpina di regolarità

Dal sito www.marciaregolarita.it
riportato nel libro di Bruno d’Onofrio:
Storia della FIE – Federazione Italiana Escursionismo

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Un marciatore di regolarità (immagine tratta dal sito della FIE Piemonte)

Uno sport per tutti, che richiede soltanto due cose: un paio di gambe e una mente allenata. Ma potrebbe bastare un buon passo. Stiamo parlando proprio della marcia di regolarità, per i neofiti un’assoluta sconosciuta. Non serve correre forte, anzi non serve correre. La marcia di regolarità privilegia il gesto tecnico rispetto alla prestazione fisica. Certo, una preparazione atletica di base non guasta in una disciplina che insegna a camminare in montagna, a mettere in sintonia muscoli e respiro con le gradazioni del terreno, a valutare la propria forza e resistenza a seconda delle condizioni ambientali e atmosferiche. Una marcia alpina di regolarità che già nel nome porta con sé quella sua origine “alpina” che oggi continua nella pratica su sentieri di montagna, strade sterrate e mulattiere, limitando il percorso pavimentato a brevi tratti nelle zone urbanizzate.

La gara: solitamente partenza e arrivo coincidono, in un circuito diviso per settori (da un minimo di tre a un massimo di sei) che possono essere interamente pianeggianti, in salita, in discesa oppure misti.

Ogni settore va percorso rispettando una certa media oraria assegnata alla partenza, tenendo velocità che possono variare da un minimo di 2,5 km/h a 7 km/h. Si cammina ascoltando il ritmo del proprio passo, lungo tragitti con dislivelli compresi tra 600 e 1200 metri e che variano in lunghezza a seconda delle categorie e delle specialità (tra 10 e 13 chilometri per le gare individuali, tra 13 e 18 chilometri per coppie o pattuglie di tre persone). Ogni percorso è attentamente preparato dalle associazioni organizzatrici, che trovano il percorso di gara più adatto alle norme dettate dal regolamento tecnico, provvedendo a pulirlo, misurarlo per mezzo di un’apposita ruota omologata dalla Commissione Marcia e, il giorno antecedente la gara, segnalandolo con pitture ad acqua e nastri. Vanno bene anche le strisce di carta e sulla neve si può usare la polvere di carbone. Un percorso che è sconosciuto ai partecipanti così come le medie di ogni settore (provate in prova simulata dai soli organizzatori).

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Marcia di regolarità per pattuglie

Al momento del “via” viene consegnata a ciascun concorrente una “tabellina” con l’indicazione dell’orario di partenza e delle medie orarie che dovrà mantenere nei singoli settori, alla fine dei quali i giudici annoteranno di volta in volta l’orario di passaggio (ora, minuti, secondi). Ma chi vince? Sarà quello che si avvicinerà di più al tempo teorico (sconosciuto alla partenza) di ogni settore: per ogni secondo di anticipo o ritardo viene assegnato un punto di penalità. La somma delle penalità acquisite sull’intero percorso determina la classifica finale, quindi sarà il migliore colui che avrà totalizzato il minor numero di penalità. Ma come può un concorrente camminare mantenendo la media oraria assegnata? Qui entra in gioco l’allenamento “cerebrale”, ossia la capacità di saper mantenere la giusta lunghezza del proprio passo su qualsiasi tipo di terreno, valutando quando e per quanto tempo modificarla a seconda delle asperità incontrate (terreno scivoloso, discese ripide, fondo molle, ghiaia, cemento). Ogni marciatore deve costruirsi in fase di allenamento una personale tabellina basata sulla lunghezza del passo che normalmente riesce a distendere su un terreno normale, indicando il numero di passi da compiere ogni minuto per mantenere poi le diverse medie orarie.

Esistono due classificazioni per le gare organizzate dalle associazioni affiliate alla FIE, gare di campionato nazionale e regionale (per tesserati FIE); gare non agonistiche per l’attività di base (aperte a tutti, tesserati e non). L’attività agonistica, al suo interno, si divide poi in varie categorie: giovani, adulti (maschile e femminile), camminatori agonisticamente preparati e costantemente allenati, marciatori con buona frequentazione di gare e poco allenamento, camminatori saltuari.

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