A riprova della capacità delle Associazioni affiliate alla FIE di lavorare insieme per sviluppare progetti interessanti e coinvolgenti, offriamo ai lettori questo breve reportage di una escursione (che gli stessi partecipanti hanno definito meravigliosa) organizzata da GolfoTrek di Sapri con la collaborazione del Gruppo Fly Maratea di Maratea e del Gruppo Nostro Trekking EnjoyPraja di Praia a Mare-Tortora il 28 gennaio 2018.
“Il Luogo che abbiamo visitato e percorso si chiama La Scalidda di Acquafredda frazione di Maratea (Pz) un antichissimo sentiero che si inerpica dal mare fino ad arrivare a Campolongo, sul Monte Spina a 733 metri s.l.m, antica superficie di spianamento sommitale, tra rocce e gradinate per raggiungere degli antichi terrazzamenti coltivati fino a circa 60 anni fa a grano, vite, ulivi e ciliege ora abbandonati, per ridiscendere dal Sentiero Costabile Carducci, altra antica via che veniva usata sempre per raggiungere i pascoli e le terre coltivate di un tempo dove la vita si svolgeva prettamente in Montagna anche per le popolazioni residenti in riva al mare.
“Un sentiero panoramico a 360° soprattutto con una vista mozzafiato sul mare tirreno e sul borgo di Acquafredda.
“L’escursione ha coinvolto 64 partecipanti”.
Costabile Carducci
(da Wikipedia)
Di idee carbonare, capeggiò i moti nel Cilento. Ottenuta la Costituzione, Carducci rivestì il ruolo di colonnello comandante nella guardia nazionale di Salerno. Ma quando la monarchia borbonica, prendendo spunto da una sommosa del 15 maggio, sciolse il parlamento, Carducci fu costretto a fuggire prima a Roma e poi in Sicilia.
Il 14 giugno dello stesso anno, insieme a Ferdinando Petruccelli della Gattina ed altri rivoluzionari, tentò di organizzare delle sommosse in Calabria, ma l’esercito borbonicorepresse ogni manifestazione, e Carducci tentò di riparare nel Cilento. Durante il tragitto fu costretto da una tempesta a sostare a Maratea, e, il 4 luglio, approdò sulla spiaggia del Porticello (presso Acquafredda
Il Peluso tornò a Sapri portando come trofeo la sciabola ed il cappello di Carducci, col risultato di venire accolto come trionfatore dai Borboni. Il cadavere del patriota, nel frattempo, venne gettato dai suoi aguzzini dall’alto di un dirupo, e ritrovato dopo qualche giorno da una pastorella. Un prete misericordioso, Daniele Faraco, lo compose e lo seppellì nella piccola chiesa di Maria Santissima Immacolata ad Acquafredda, al cui esterno una lapide lo ricorda tuttora.
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