FIE Italia

Federazione Italiana Escursionismo

Il nuovo sito della FIE

Si ricorda che a partire dal 1 agosto 2022
è attivo il nuovo sito della FIE: fieitalia.it.

Tutti i contenuti recenti possono essere visualizzati
solo all'indirizzo nuovo.

Questo sito resterà attivo fino al completamento
del trasferimento degli archivi al nuovo indirizzo.

Sentiero Europeo E1 – Tratto Toscano

Prima Tappa: Passo dei Due Santi – Passo della Cisa

Seconda Tappa: Passo della Cisa – Lago Santo Parmense

Terza Tappa: Lago Santo Parmense – Passo del Lagastrello

Quarta Tappa: Passo del Lagastrello – Passo del Cerreto

Descrizione: nella parte iniziale si percorre 2 km circa su strada asfaltata ma non trafficata (probabilmente è spesso chiusa al traffico) fino ad arrivare al Passo del Giogo 1289 m. dove si prende il sentiero 00. Si sale fino a raggiungere dei pratoni con ampie viste paesaggistiche sulla Lunigiana e rimanendo in cresta, passando sotto il Monte Acuto si raggiungono il lago di Monte Acuto a 1575 mt; alla sinistra del lago si trova il Rifugio Città di Sarzana ben mimetizzato nella faggeta. Continuando sul sentiero GEA – E1 nel bosco in ripida discesa, attraversando alcuni guadi, arriviamo nei pressi del Bivacco Ghiaccioni dove è possibile pernottare e rifornirsi di acqua. Da qui inizia una ripida salita che ci porta al Passo della pietra tagliata 1770 m. molto panoramico, dove volendo c’è anche un sentiero attrezzato per la cresta (attrezzato con corda fissa e quindi consigliabile solamente ad Escursionisti molto Esperti). Proseguendo in discesa entriamo nel bosco e dopo poco ci si immette nello spettacolare anfiteatro delle Sorgenti del Secchia dove c’è la possibilità di trovare acqua (sorgente altezza 1545 m N44° 19.245′ E10° 11.608′). Continuando in discesa si raggiunge il Passo dell’Ospedalaccio 1271 m. antico e frequentatissimo valico tra l’Emilia e la Toscana che fu sede di un Ospitale per pellegrino nel Medioevo. Arrivati al Passo del Cerreto abbiamo messo il cartello di fine tappa e l’adesivo sull’ Hotel Passo del Cerreto.

Sviluppo: Il sentiero E1 tra Passo del Lagastrello 1196 m. e Passo del Cerreto 1253 m. si svolge totalmente su sentieri di media difficoltà: Km percorsi 17,5 m 1025 dislivello discesa 1068 m in salita.

Ristoro e Pernottamenti: il Rifugio Sarzana può ospitare 20/25 persone a dormire e 30 a mangiare. Nei mesi di luglio e agosto è aperto tutti i giorni, poi è aperto solo nei fine settimana ma l’apertura è legata al meteo e alle condizioni organizzative quindi è opportuno telefonare. Quando il rifugio è chiuso si usa il bivacco invernale (5 posti, senza riscaldamento), info e prenotazioni: 339 2245117 rifugiosarzana@gmail.com.

Il Bivacco Ghiaccioni è costituito da un solo locale attrezzato con stufa a legno, tavolo, panche e due letti a castello. Nella radura antistante il bivacco si trovano tavoli, panche e a poca distanza una sorgente di acqua freschissima. A breve sarà installato un pannello solare per fornire un minimo di energia. Il locale è sempre aperto ed agibile, quindi è affidato alla buona educazione di chi vorrà utilizzarlo.

L’Hotel passo del Cerreto con ristorante e bar è situato in una zona a 1250 m sul livello del mare dove si incontrano Emilia-Romagna, Toscana e Liguria si trova a 6 km dall’ingresso del parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

Recapiti telefonici: Telefono1: +39 0585 949666 Telefono2: +39 0522 898214 Telefono3: +39 0522 898146 e-mail: info@passodelcerreto.it – www.passodelcerreto.it.

Il rifugio La Baracca al Passo del Lagastrello, Comano, tel. 0187 484716 offre la possibilità di mangiare.

Note Tecniche: Percorribile in 6:00 circa dipende dal passo. Difficolta percorso media.

Quinta Tappa: Passo del Cerreto – Passo di Pradarena

Descrizione: dalla strada per Cerreto Laghi si risale in direzione del soprastante M. La Nuda, irto di rocce e di torrioni fra cui si impone la poderosa spalla del Gendarme. Dapprima nel bosco cosparso di blocchi morenici e poi lungo le impervie pietraie della Valle dell’inferno – in ambiente grandioso e alpestre popolato, da una colonia di marmotte – si raggiunge il piccolo Bivacco Rosario, vicino a una sorgente. Risalendo l’evidente circo glaciale si arriva al crinale nella sella alla base del M. La Nuda (1895 m), sormontato dagli edifici di una vecchia una stazione radio. La cresta offre ampie vedute verso la Garfagnana e le Alpi Apuane, ormai vicine, mentre sul versante padano l’inconfondibile profilo della Pietra di Bismantova si staglia oltre le foreste della valle del torrente Riarbero, dominando i mammelloni delle evaporiti rassiche, agliati dall’erosione fluviale nelle caratteristiche scarpate biancheggianti. Dopo le pietraie della Borra Grande il percorso diviene meno impervio, scendendo al Passo di Belfiore attraverso basse brughiere di mirtillo punteggiate di rododendri, pianta alpina presente sull’Appennino soltanto in poche località. I primi faggi contorti sono l’avamposto del bosco che in breve avvolge il sentiero; al non lontano Passo di Cavorsella si incontra una comoda pista forestale che porta al Passo Pradarena, il più alto valico carrozzabile dell’Appennino settentrionale.

Sviluppo: 16 km con dislivello di 940 mt in salita e 620 mt in discesa. Quota massima 1890.

Ristoro e pernottamenti: albergo bar ristorante Passo del Cerreto (Tel: 0585/949666 – 0522/898146-898214, posto tappa GEA) e Albergo Alpino, (Tel: 0522/714012 – Fax: 0522/714012 – Cell: 328/7638622). Al Passo di Pradarena abbiamo il Carpe Diem, (Telefono: 0522 160 7395), albergo rifugio ristorante. Lungo il percorso a 4 km di distanza dal Passo del Cerreto e ad una altezza di 1588 mt circa troviamo il Bivacco Rosario, dotato di attrezzatura da cucina, coperte, stufa, libri e con attrezzi da lavoro vari. Altro appoggio potrebbe essere costituito dal casotto di una antenna di trasmissioni ormai dismessa sul monte La Nuda.

Approvvigionamenti di acqua: Nei pressi de Bivacco Rosario c’è una fonte, l’unica, classificata come potabile lungo il percorso.

Note tecniche: difficoltà E, segnavia CAI.

Sesta Tappa: Passo di Pradarena – Passo delle Radici

Settima Tappa: Passo delle Radici – Lago Santo

Ottava Tappa: Lago santo – Abetone

Una tappa in stile alpino che regala grandi emozioni per gli escursionisti esperti con il raggiungimento di ben tre vette oltre i 1900 m di quota. Da evitare l’ascesa alle vette durante l’inverno e con presenza di ghiaccio e neve. La tappa può essere comunque percorsa utilizzando i sentieri che non salgono in quota.

Dal Lago Santo Modenese (1501 m) si raggiunge il Lago Baccio (1561 m) e successivamente Il Passetto (1903 m). La salita rocciosa porta rapidamente a conquistare la vetta del Monte Rondinaio (1962 m). La discesa ripida e con tratti esposti e fondo sconnesso è riservata ad escursionisti esperti. Giunti a Foce Giovo si raggiungono altre due importanti vette Femminamorta (1878 m) e L’Alpe delle Tre Potenze (1935 m) dalla quale si scende rapidamente al Lago Nero tra distese di mirtilli e ginepri. Il lago di origine glaciale situato tra il Monte Gomito e l’Alpe delle Tre Potenze prende il nome dai riflessi scuri prodotti dalle rocce che lo sovrastano. Entrando nella faggeta e successivamente immersi nel bosco di abeti si raggiunge per facile sentiero la Loc. Le Regine (Abetone)..

Note tecniche: difficoltà EE. Segnaliamo che Il sentiero GEA dal Lago Baccio nel tratto che si distacca dal sentiero n. 523 è privo di segnaletica verticale bianco/rossa e nella parte bassa è leggermente chiuso da rami e frasche e di difficile identificazione da rami e frasche. Il sentiero nella parte alta è comunque di difficile identificazione data la presenza di rocce. In questo tratto di sentiero è stata da noi applicata la sola segnaletica E1.

Nona Tappa: Abetone – Lago Scaffaiolo

Il nostro percorso inizia presso l’Ostello della gioventù posto presso in località Boscolungo lungo la SS12 dell’Abetone e del Brennero a quota 1337; siamo a brevissima distanza dal Passo dell’Abetone, circa 1,5 Km. scendendo verso Lucca/Pistoia.

Appena partiti si attraversa l’imponente foresta di abeti di Boscolungo e si inizia a salire gradualmente e gradevolmente verso la località Verginetta che si trova a quota 1492 dove troviamo l’innesto del sentiero di crinale CAI00 che proviene dall’Abetone, sentiero che seguiremo per tutta la tappa.

Dalla Verginetta il sentiero diventa impervio e assume le caratteristiche da alta montagna, la vegetazione sul crinale infatti si dirada e il panorama comincia ad aprirsi; inizia la lunga salita e impegnativa verso la cima del Libro Aperto che, a quota 1937, rappresenta il punto più alto della tappa.

Le cime più importanti del tratto tra la Verginetta e il Libro Aperto sono la Cima del Diaccione (1582 m), la cima delle Capannacce (1859 m) e l’Alpe del Libro Aperto (1898 m) da cui è possibile evitare il crinale e gli ultimi 40 metri di salita ma vale la pena di fare un ultimo sforzo perché dalla cima del Libro Aperto si gode un panorama senza eguali riuscendo a spaziare nelle giornate limpide dalle cime della Corsica fino alla catena alpina.

Sulla cima bisogna porre particolare attenzione a non imboccare il sentiero che a sinistra lungo il contrafforte, porta alla vetta del Cimone; il sentiero giusto è quello a destra contrassegnato dallo 00.

Inizia quindi l’impervia discesa verso la cima del Lancino (1702 m) riconoscibile da valle per la particolare spigolosità; la salita verso la cima Tauffi (1801 m) è impegnativa e bisogna porre particolare attenzione, per evitare il tratto più ripido e impervio caratterizzato da roccia sciolta consigliamo di seguire con attenzione le indicazioni E1 che portano sulla sinistra ad imboccare un sentiero più agevole e sicuramente meno pericoloso della via diretta.

Dalla cima Tauffi inizia la lunga e altalenante discesa verso il Passo della Croce Arcana (1670 m.), dove attraversiamo l’antica strada di collegamento tra le alti valli Toscane ed Emiliane; in periodo romano e medievale questa era infatti l’unica strada percorribile e di collegamento tra le alti valli toscane ed emiliane, la via dell’Abetone infatti fu aperta solo alla fine del 1700 in seguito ad un accordo tra il granducato di Toscana e il Ducato di Modena e rappresenta per l’epoca una delle più grandi opere pubbliche mai costruite.

Sul passo è possibile visitare il monumento dedicato ai caduti in Russia in seguito all’ultimo conflitto mondiale.

Dal Passo della Croce Arcana inizia un gradevole sentiero che aggira il monte Spigolino (la cui vetta è comunque raggiungibile con una deviazione) e porta al Lago Scaffaiolo e quindi al Rifugio Duca degli Abruzzi a quota 1780 m.

Decima Tappa: Lago Scaffaiolo – Pracchia

Dal lago Scaffaiolo si lascia il Monte Cupolino a destra (raggiungibile comunque con una deviazione) e si imbocca il sentiero 00 che porta verso il Passo dello Strofinatoio (1846 m), la mulattiera che lo varca era percorsa in tempi antichi dai muli che nel punto sommitale ripido e stretto strofinavano la soma lungo le rocce e da qui il nome.

Sul passo è presente un quadrivio ben segnalato dove a sinistra è possibile scendere in Val Dardagna verso il rifugio Cavone, proseguire a dritto salendo verso la vetta del Corno alle Scale (1945 m) raggiungibile in circa 30’, il punto più alto dell’Appennino Pistoiese; per Pracchia dobbiamo invece svoltare a destra e scendere verso il Passo del Cancellino (1630 m.) sempre sul sentiero CAI 00.

Raggiunto il Passo del Cancellino è possibile anche in questo caso deviare a sinistra verso Monteacuto delle Alpi e scendere rapidamente sul versante bolognese, si può proseguire a dritto verso il Monte Gennaio (sentiero in salita) oppure imboccare il sentiero a destra più agevole che porta verso il Passo dei Malandrini (1574 m) e che aggira il Monte Gennaio lasciandolo sulla sinistra.

Anche proseguendo verso il Monte Gennaio si raggiunge il Passo dei Malandrini ma consigliamo ovviamente il sentiero più agevole a destra.

Al Passo dei Malandrini è molto importante porre la massima attenzione, dobbiamo infatti lasciare il sentiero CAI00; al passo troviamo infatti: a sinistra il sentiero che porta verso il Monte Gennaio (tracciato che abbiamo evitato); a destra il sentiero 00 che porta verso il Rifugio di Piano di Pratorsi che dobbiamo evitare in quanto dal Passo dei Malandrini non seguiremo più il crinale geografico (contrassegnato appunto dallo 00) poiché compie un’ansa lunghissima per lasciare le sorgenti del Reno a sinistra e la valle della Lima sulla destra.

Il sentiero che dobbiamo imboccare è quello che prosegue dritto verso il Rifugio del Montanaro (1567 m) che è raggiungibile in pochi minuti.

Dal Rifugio del Montanaro lasciamo il sentiero di alta montagna per iniziare una ripida discesa molto impegnativa verso il bivio di Rombiciaio (1373 m.); qui bisogna proseguire dritto in direzione Pracchia ed evitare di imboccare il sentiero a destra verso il Rifugio di Casetta Pulledrari.

Dal Rombiciaio inizia un tratto agevole fino al Piano della Trave (1317 m.) e da qui una ripida, impegnativa e faticosa discesa verso Pracchia (607 m.).

L’attraversamento del Reno a Pracchia (607 m. appunto) rappresenta il punto più basso di tutta la GEA ed anche il confine tra due diverse tipologie di montagna.

Note Tecniche: dal confine ligure (Passo dei due Santi) fino a Pracchia, il tracciato ha caratteristiche prevalenti di alta montagna, è quasi sempre tra i 1500 e i 2000 metri di quota con crinali spesso impervi, assenza di vegetazione ed è infatti contrassegnato EE.

Da Pracchia verso il confine umbro (Bocca Trabaria) il tracciato ha caratteristiche più dolci di media montagna, solo raramente si superano i 1500 metri di quota con tracciato quasi sempre all’ombra di fitte foreste ed è infatti contrassegnato E.

Undicesima Tappa: Pracchia – Casciana di Spedaletto

Il percorso, inizialmente su strada asfaltata, parte dalla stazione ferroviaria di Pracchia, passa sotto il ponte della ferrovia e costeggia lo stabilimento dell’acqua Silva proseguendo in leggera salita sulla Strada di Piastreta e Collina. ATTENZIONE: dopo circa 1.3 Km la strada è interrotta, per una lunghezza di circa 100 m, da una frana che tuttavia può essere superata facendo attenzione. Dopo 1,5 km si incontra una sorgente e subito dopo inizia un tratto di bosco dove è possibile avvistare caprioli e cervi. Dopo circa 2.5 Km da Pracchia, all’altezza di un pozzo in muratura, il percorso lascia la strada asfaltata e prosegue sulla destra su uno stretto sentiero in salita all’interno di una faggeta che conduce fino a Passo Piastreta (896 m s.l.m.). Superato il Passo, il sentiero svolta leggermente a sinistra ed una volta oltrepassato un quagliodromo (dopo circa 5 km da Pracchia) si immette nella strada asfaltata che conduce a Passo della Collina (932 m s.l.m., circa 7 Km da Pracchia) dove troviamo la “Antica Locanda”, aperta nel periodo estivo.

A Passo Collina il percorso attraversa la strada asfaltata che collega Pistoia con Porretta Terme (Via Bolognese), svolta a sinistra e dopo pochi metri si immette in un sentiero in salita, sulla destra. Dopo circa 1.5 Km, superato il Poggio di Valcapratica (1043 m s.l.m.), il percorso svolta bruscamente a destra e si immette nella strada asfaltata (Via Badia e Acquerino) fino ad arrivare a “Baita del Termine” (circa 8.5 Km da Pracchia). Il ristorante è aperto durante il periodo estivo. Superata la Baita del Termine il percorso prosegue sulla strada asfaltata per circa 1.5 Km e quindi entra all’interno del bosco nei pressi del vialetto d’accesso di un’abitazione, salendo fino a Monte Lattai (1140 m s.l.m.). Dalla vetta di Monte Lattai il percorso scende nuovamente verso la strada asfaltata e dopo poche decine di metri imbocca un sentiero sulla sinistra rientrando nel bosco per affrontare un bellissimo tratto in quota che aggira il Monte Parmolaio (1142 m s.l.m.). Dopo circa 11 Km da Pracchia si incontra il rifugio Lenzi Abramo (chiuso). Dopo circa 500 m dal rifugio il percorso prosegue per circa 500 m sulla strada asfaltata abbandonata in precedenza fino ad incrociare una strada sterrata molto larga; dopo circa 300 m il percorso lascia la strada sterrata e si immette in un sentiero sulla destra. Dopo aver attraversato un tratto di bosco dove si incontra Casetta Tondini, il sentiero inizia a scendere e dopo aver superato il Passo del Capannaccio (1008 m s.l.m.) incontra la SP 24 (Strada Provinciale Acquerino); dopo aver attraversato e percorso un breve tratto di strada asfaltata si arriva a Cascina di Spedaletto.

Sviluppo: 16,5 km, dislivello in salita 853 mt, dislivello in discesa 584 mt.

Ristoro e pernottamenti: Antica Locanda al Passo della Colina, Baita del Termine nelle vicinanze di Poggio di Valcpratica.

Approvvigionamenti di acqua: Davanti allo stabilimento dell’acqua Silva è presente una fontanina di acqua potabile. Superata la frana, dopo circa 1.5 Km, il percorso incontra una sorgente di acqua non soggetta ai controlli di potabilità.

Note Tecniche: il percorso si svolge principalmente su strade sterrate e sentieri di bosco, alcuni tratti su strade asfaltate.

Dodicesima Tappa: Casciana di Spedaletto – Montepiano

Tredicesima Tappa: Montepiano – Passo della Futa

Il percorso ha inizio a Montepiano (700 mt) dalla piazzetta dove si trova la Macelleria, guardando il negozio il sentiero si trova sulla sinistra. Oltrepassate alcune case si trova subito un bivio con indicazioni, si prosegue sulla sinistra (cartelli Passo Crocetta ore 1,10 – Valico Citerna ore 2,50).

Il sentiero sale prima su bosco di abeti e poi di faggi (Foto 5). Si aprono vari scorsi panoramici su Montepiano.

Si arriva ad una struttura in pietra dell’acquedotto e si prosegue diritto in leggera discesa. Arrivati ad uno slargo con cancello a destra e cancello a sinistra si prende il sentiero che entra nel cancello di sinistra. Inizia qui un tratto di salita su cemento, al bivio successivo seguire i segni CAI bianco rossi sulla destra. Poco dopo il sentiero si immette in un altro, svoltare a destra. Questo prosegue tra castagni e faggi, inizialmente su bel crinale e facili saliscendi, successivamente inizia un tratto piuttosto ripido. Una volta scollinato si scende ripidamente e poi di nuovo su crinale nel bosco con bei scorsi panoramici. Dopo circa un’ora dalla partenza si giunge ad un bivio, si svolta a destra e si inizia a salire ripidamente dopo altri 15 minuti si svolta a sinistra al bivio in direzione Passo della Futa e via della Lana e della Seta. Il sentiero scende dolcemente fino alla strada con scorci sul lago di Bilancino. Dopo circa ore 1,30 dalla partenza si raggiunge la strada (foce Crocetta) che si prende a destra e subito si imbocca il sentiero sulla sinistra (cartello Passo della Futa). Il sentiero sale ripido ma in breve si arriva ad un bivio, si svolta a sinistra seguendo sempre i segni bianco rossi CAI 00. Al prossimo bivio si seguono le indicazioni per Boccadirio a sinistra. Al bivio successivo si entra in un cancello con cartelli segnaletici (ore 2,50 al Passo della Futa). Si prosegue lungo la strada forestale che da Mangona porta a Boccadirio passando dal Monte Citerna. Percorso da fare in periodo asciutto perché presenta molto fango. Dopo circa 2,30 ore dalla partenza si raggiunge una strada e una casa diroccata sul lato sinistro, si prende la strada in discesa a destra. ATTENZIONE: dopo circa 15 minuti si trova un bivio poco visibile sulla sinistra con segni su un albero in basso rispetto alla strada. Il percorso prosegue in discesa fino ad un ruscello che si costeggerà a lungo sulla sinistra incrociandone altri provenienti da sinistra. Dopo poco più di 3 ore si arriva alla strada (valico di Citerna 780 mt, cartello Passo della Futa 2 ore). Si svolta a destra e subito a sinistra, giunti al bivio svoltare a sinistra e subito a destra, si trova una Marginetta e segnaletica su sasso.

Da qui inizia una lunga e ripida salita, il sentiero è stretto e scivoloso soprattutto nel primo tratto. Dopo circa 20/30 minuti il sentiero si ammorbidisce e si prosegue su leggero saliscendi fino al bivio per la vetta del Monte Citerna (consigliabile la deviazione per la vetta). Da qui si può finalmente vedere il cimitero dei tedeschi, nostra mèta finale. Si prende a destra e si inizia a scendere per sentiero panoramico e poi su bellissimo crinale. Al termine della discesa si arriva ad un grande prato e qui si trova la vecchia strada asfaltata che proviene da Pallereto (circa 4,30 ore dalla partenza). Prendiamo la strada a sinistra e si proseguirà su questa per circa mezz’ora, la strada termina alla base del cimitero dei tedeschi e diventa sentiero. Mantenedo sempre la destra si arriva in breve al termine della tappa.

Sviluppo: 780 mt di dislivello, 5 ore circa.

Quattordicesima Tappa: Passo della Futa – Giogo di Scarperia

Descrizione: Lasciando sulla dx il Cimitero Militare Germanico 896 m. imbocchiamo la strada Provinciale 59 e proseguiamo in direzione Strada Provinciale 116, arrivati in prossimità di una cabina elettrica si gira a dx iniziando il percorso tracciato riconoscibile inoltre dai segnavia 00 e Via degli Dei.

Il sentiero inizia con brevi ma ripide salite nel bosco, spesso fangose. Dopo circa 2 Km. si giunge ad un bivio e proseguendo in salita a sinistra si arriva prima ad un’alta Croce, con un “libro di vetta “dove chi vuole può lasciare le proprie impressioni di viaggio, poi sul Monte Gazzaro a 1125 mt. Si prosegue lungo il crinale e con i suoi saliscendi si arriva a godere di una bellavista sul Sasso di Castro- l’Alpe di Monghidoro – Valle di Firenzuola e sul Lago di Bilancino. Il sentiero, in discesa, si fa sempre più difficoltoso che con la pioggia può risultare molto scivoloso, infatti sono stati allestiti tratti con cavi per la sicurezza dell’escursionista. Dopo poco si raggiunge la località Passo dell’Osteria Bruciata. Esiste un percorso alternativo, al sopracitato bivio si prende a destra proseguendo sulla variante Via Paracchia fino a raggiungere l’antichissimo Passo dell’Osteria Bruciata 917 m. dove passava l’antichissima “Via del Ferro”. Ora inizia una leggera salita che attraversando ampi pratoni raggiunge Monte Faggio all’Ombrellino 1125 mt, si entra nel bosco e rimanendo in quota e tenendo rigorosamente lo spartiacque (tralasciando le varie piste di disboscamento) si raggiunge la sommità del Monte Castel Guerrino 1117 mt. Il tratto è spesso infrascato dall’alta macchia di vegetazione e richiede attenzione nel seguire le tracce del sentiero. Dopo una breve ma ripida discesa si raggiunge il Passo del Giogo di Scarperia.

Ristoro e Pernottamenti: Passo della Futa: Albergo ristorante Passo della Futa tel. 055 815255, e-mail: ristorante@passodellafuta.it.

Note Tecniche: Periodo consigliato: primavera – estate, sviluppo in km: 12, tempo di percorrenza: ore 6, dislivelli: salita: 600 mt – discesa: 620 mt, quota massima: 1128 mt.

Quindicesima Tappa: Giogo di Scarperia – Passo Colla di Casaglia

La tappa odierna collega due passi appenninici: il Passo del Giogo, 880 m slm, che da Firenze – Scarperia porta a Firenzuola e poi a Imola, e il Passo della Colla di Casaglia (spesso brevemente si indica col solo nome Colla), 910 m slm, che da Firenze – Borgo San Lorenzo porta a Marradi e quindi a Brisighella e Faenza. Si svolge lungo la strada forestale 00 e la GEA e interseca molti sentieri su entrambi i versanti. I comuni interessati sono Firenzuola e Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. Questo tratto è un percorso piacevole, quasi una passeggiata, che attraversa il complesso demaniale del Giogo – Colla di Casaglia sullo spartiacque appenninico. Tutto il complesso demaniale si trova nella Romagna toscana ed è caratterizzato da un paesaggio a volte molto aspro e selvaggio, ma bellissimo per le vaste faggete, per i torrenti e le cascate, per i pascoli aperti. L’accoglienza offre molte interessanti possibilità che vi suggeriamo di approfondire sul sito indicato sopra. Il Parco Giogo Casaglia fa parte del Demanio regionale ed è gestito dall’Unione Montana dei Comuni del Mugello. I rilievi hanno una altitudine limitata, intorno ai 1.000 metri. Vedremo come torrenti scavano, a volte profondamente, come la Valle dell’Inferno e del Rovigo, molte valli e vallecole creando paesaggi selvaggi e suggestivi. La vegetazione è caratterizzata da estesi boschi di faggio e castagno e boschi misti, con roverelle, cerri, carpini. Zone di pascolo si aprono con belle macchie verde chiaro, e lì possiamo incontrare bovini di razza Limousine, Chianina e Romagnola. Vedremo anche vari ambienti di origine artificiale, realizzati interamente grazie all’azione dell’uomo nel dopoguerra: i rimboschimenti di douglasia, abete bianco o pino nero. Tra le emergenze faunistiche si ricorda la presenza del lupo, dell’aquila reale, del falco pellegrino.

Si parte dal Ristorante del Passo del Giogo 880 m slm imboccando la strada forestale. Dopo pochi metri troviamola sbarra e il primo panorama sul Mugello. Quasi sempre immersi nei boschi di faggio e di abeti attraversiamo i pascoli dei Prati Piani, a 940 m slm, per giungere a circa metà percorso alla Fonte al Lupo 1018 m slm e ad una area di sosta dove riposarsi al fresco. Continuando la comoda strada forestale sempre sui 1000 m di altitudine e a tratti proprio sul crinale, si arriva a Capanna Marcone, 1031 m slm, bivacco di montagna sempre aperto, immerso in una splendida faggeta, con panche e tavoli che invitano alla sosta. Dopo circa 400 m si incontra la SP 477 dalla quale si arriva con 1,4 km di strada asfaltata in discesa al Passo della Colla di Casaglia (916 m slm) o a sinistra in 500 m all’area di sosta attrezzata di Prato all’Albero.

Sviluppo: Passo del Giogo – Prati Piani – Fonte al Lupo – Capanna Marcone – Prato all’Albero / Passo della Colla di Casaglia Lunghezza per 11,6 Km, dislivello in salita 327 mt., tempo medio di percorrenza 3 ore.

Ristoro e pernottamenti:

Alberghi

Albergo Ristorante Il Giogo, sul passo omonimo. Ex stazione di posta, oltre all’ospitalità per posti letto gestisce il ristorante al piano terra. Contatti 0039 055 8468320 0039 335 7495602 rist.ilgiogo@tin.it.

Rifugio Alpino Casa al Giogo, a circa 1 km dal passo sulla SP 503 in direzione di Firenzuola Rifugio alpino gestito dall’Impresa Sociale “Le Rifiorenze”. La struttura è aperta a singoli turisti e gruppi in autogestione durante tutto l’arco dell’anno. Contatti 0039 3338458770 www.casaalgiogo.it

Rifugio Badia di Moscheta, a 4 km dal bivio che si incontra sulla sinistra al km 5,59 del percorso. Agriturismo con 24 posti letto e appartamenti, oltre al rifugio escursionistico con 22 posti letto. Il rifugio si trova nel complesso dell’antica abbazia Vallombrosiana, in cui sono presenti il Museo del Paesaggio Storico dell’Appennino, il Ristorante e Agriturismo Badia di Moscheta e un maneggio con cavalli aveglinesi. Contatti 0039 055 814 4015. E-mail badia.moscheta@gmail.com.

Rifugio Casaglia a pochi km dal Passo della Colla sulla SR 302. Realizzato all’interno dell’ex scuola del tranquillo borgo di campagna, è stato ristrutturato e adeguato per l’accoglienza di gruppi di massimo 20 persone. Cucina attrezzata due camerate da 10 posti letto ciascuna. Contatti 055 667546 – 339 8740786 – 055 8402810 – mail cinzia.marretti@virgilio.it.

Rifugio Alpino Valdiccioli distante km 1,7 da Capanna Marconi sul sentiero che dal bivacco stesso scende sulla destra verso la ampia vallata del Mugello. Ci sono 7 camerate per un totale di 45 posti letto, cucina attrezzata. Spazi all’aperto per tende, un punto fuoco a terra. Contatti http://www.rifugimugello.it/ .

Rifugio Alpino I Diacci a pochi km da Capanna Marconi sul sentiero che dal bivacco stesso scende sulla sinistra nella valle del Rovigo. Contatti 0039 339 772 2208, sito www.rifugimugello.it/rifugio-i-diacci.

N.B. tutti i rifugi del complesso Giogo Colla (Valdiccioli, Diacci, Serra, Cannova) sono in gestione alla Cooperativa Ischetus: sito www.ischetus.com www.rifugimugello.it.

Le Spiagge a 3,2 km da prato all’albero sulla SP verso Palazzuolo Sul Senio.

Bivacchi

Capanna Marcone (Borgo San Lorenzo-FI), deve il suo nome al bandito Marcone, che nell’800 ai tempi del Regni d’Italia frequentava queste zone. Ora è un piccolo bivacco attrezzato sempre aperto posto sul sentiero di crinale, poco distante da Prato all’Albero. Circondato da prati e da un suggestivo bosco di faggio ad alto fusto. Il 12 agosto del 1944 si svolse in prossimità di questa struttura la “battaglia di Capanna Marcone” in cui i partigiani capeggiati da Guerrino presero in un’imboscata un battaglione di fanteria tedesca.

Valdiccioli (Borgo San Lorenzo-FI), Bivacco sempre aperto all’interno della struttura del Rifugio Alpino di Valdiccioli, accanto alla quale è presente anche un terreno per tende. Contatti: 0039 339 772 2208 sito www.rifugimugello.it.

I Diacci, Bivacco sempre aperto all’interno della struttura del Rifugio Alpino I DiacciContatti: 0039 339 772 2208, sito www.rifugimugello.it.

Ristoranti e Ristori

Albergo alla Colla sul passo omonimo.

Ristorante e Agriturismo Badia di Moscheta.

Le Spiagge a 3,2 km da Prato all’Albero sulla SP verso Palazzuolo Sul Senio. Disponibile cena pranzo del camminatore europeo a 15 euro.

Note Tecniche: difficolta E, su strada sterrata quasi sempre immersa nella faggeta con vari sali scendi non impegnativi. Sentiero CAI 00 e SP 477-

Percorsi alternativi

1) da Prato all’Albero al punto tappa del Passo della Colla, evitando l’asfalto

Dopo Capanna Marconi si arriva sulla strada asfaltata e per seguire lo 00 e la GEA prendiamo a destra e percorriamo questa strada per 1 km e mezzo. In alternativa ed evitando l’asfalto possiamo prendere a sinistra la strada asfaltata e arrivare alla zona attrezzata di Prato all’Albero. Da qui si prende la carrareccia in direzione Capanna Sicuteri e dopo poco si trova sulla destra il sentiero 505 A che porta al Passo. Per il sentiero 505a è quasi km 1 in più e maggiori dislivelli.

2) Percorso alternativo da quota 929 m slm alle pendici del monte Paganino sul tracciato dell’ultra trail. La Gea scende di quota e poi risale. In alternativa rimaniamo in quota sui Prati Piani, costeggiamo il versante sud del Monte Pratone seguendo il sentiero n. 36 A e poi 36 proveniente dall’abitato di Risolaia (vicino Grezzano). Ritroviamo la Gea nel punto dove parte un altro sentiero, il 30, che verso la valle del Mugello porta fino a Pulicciano e Ronta. Percorriamo così un tratto dell’ultra trail del Mugello, MOLTO panoramico e più breve, con due punti di acqua potabile. Per Ultra Trail circa 1 km più corto.

Sentieri tematici

1) Da poco inaugurato Natura per tutti, è un percorso fruibile da diversamente abili, con partenza dal Rifugio Casa del Giogo,.

2) Percorso Linea Gotica, Itinerario ad anello dal Passo del Giogo che permette di visitare i luoghi e le strutture più interessanti e significative degli scontri della Seconda Guerra Mondiale. www.camminolineagotica.it.

Rete sentieristica della zona: l’intero Complesso è interessato da un sistema diffuso di sentieri la cui ossatura principale è costituita dai sentieri del SO.F.T. (trekking “Le Sorgenti di Firenze”), della Grande Escursione Appenninica (G.E.A.) e della sentieristica appartenente alla Rete Escursionistica Toscana (R.E.T.), oltre ad una rete di Rifugi e Bivacchi recentemente ristrutturati. Sono presenti anche specifici sentieri tematici realizzati dalla Unione Montana dei Comuni del Mugello. Per approfondire: www.mugellotoscana.it.

Sedicesima Tappa: Passo Colla di Casaglia – Passo Muraglione

Il Passo della Colla di Casaglia a mt. 916 è un valico dell’appennino Tosco/Romagnolo che congiunge la Valle della Sieve con quella del Lamone.

Posto tappa l’ex Locanda della Colla Via Faentina 69, definitivamente chiusa a causa del rischio frane, che si raggiunge da Borgo San Lorenzo o da Marradi su strada regionale n° 302 -Faentina. Con le spalle alla locanda, dopo circa 30 mt. su asfalto direzione Borgo San Lorenzo un evidente cartello posto all’inizio del sentiero con segnavia FIE E 1 in bella mostra, ci indirizza sul giusto percorso facendoci affrontare una prima evidente salita, dopo circa 650 mt. di cammino su di una sella, alla nostra destra si nota un tavolo con seduta e una panca, ottimo per riprendere fiato, nel prosieguo del cammino si incontra un vasto felciaio dove prestare attenzione per seguire la traccia, al km. 9+00 nei pressi di un evidente e grosso affioramento roccioso un cartello di legno segnala la presenza della sorgente Fonte Ciotola posta a 20 metri dal sentiero, non sempre attiva e di portata molto debole. Al km. 13+220 si incontra un capanno in lamiera aperto semi abbandonato ma sufficiente ad offrire riparo con condizioni meteo avverse. Al km. 14+600 in località Pian dei Laghi si trova un grosso capanno di cacciatori, aperto con all’interno una stufa a legna, 6 posti letto a castello + un tavolo interno ed uno esterno ed in migliori condizioni del precedente, ottimo riparo in caso di maltempo. Al km. 23+870 troviamo il cammino sbarrato a causa della caduta di grossi abeti che impediscono il normale procedere con una deviazione a vista si aggira l’ostacolo proseguendo (sentiero in manutenzione). Al km. 25+690 anche qui il percorso subisce una battuta di arresto dovuto alla caduta di ulteriori grossi abeti su una area più vasta zona Fiera ai Poggi, anche qui facendo una deviazione a sinistra si riesce a superare l’ostacolo inoltrandoci dentro un bosco di faggi che ci permette di passare e cosi ritornare sul tracciato originario (sentiero in manutenzione). Km. 27+550 arrivo al Passo del Muraglione. Passo del Muraglione a mt. 967 Ristorante Bar tel. 055-8376202 chiude alle 20,00.

Il Passo del Muraglione è un valico dell’Appennino Tosco/Romagnolo nel Comune di San Godenzo 6 km. A sud del confine amministrativo fra Toscana ed EmiliaRomagna è attraversato dalla strada statale n° 67 Tosco/Romagnola..

Sviluppo: 27,5 km, dislivello in discesa 720 mt, dislivello in salita 700 mt, tempo medio di percorrenza 7,30 ore.

Ristoro e pernottamenti:

Rifugio Le Fontanelle a Pian delle fontanelle, Loc. Piancacelli San Godenzo (FI) – Cell: 338/3269011, www.rifugiofontanelle.it.

Vignale Ostello Ristorante, Via Acquacheta , 68 47010 San Benedetto In Alpe (FC) – Cell: 347/5999078 347/4494289 348/2423690, www.ostelloilvignale.it.

Note Tecniche: difficolta E.

BUS: Auto-linee AMV tel. 800-373760 – www.amvbus.it

Diciassettesima Tappa: Passo Muraglione – Passo della Calla

Descrizione: Dal Passo del Murglione 907 m. iniziamo a salire su un tratto non sempre facile ma ben panoramico verso il Rifugio sul Poggio degli Orticari 1099 mt. Dopo una serie di sali scendi si attraversa la strada provinciale per Forlì arrivando prima alla Colla dei tre Faggi 991 m. e poi, in leggera salita al Poggio Usciaioli. Rimanendo in quota si supera Poggio Citerna e si lambisce Poggio Piano (si costeggia il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e di Campigna) fino ad arrivare al Giogo di Castagno 1082 m. da dove si gode di un bel panorama sul versante Toscano (Balze di Rondinaia).

Si prosegue in decisa salita raggiungendo il Rifugio Fontanelle 1389 m. e continuando la salita si arriva prima al Poggio Piancancelli 1567 m. e poi sul Monte Falco 1657 mt.

Continuando il sentiero di crinale si inizia a scendere giungendo a breve ad una stazione militare meteo in località Poggio Sodo dei Conti 1573 mt, la si aggira sulla sinistra e si entra in ampie faggete.

Uscendo dal bosco ci si immette in una vasta radura erbosa da dove si intravede, sulla sinistra, il nuovo Rifugio Città di Forlì, proseguendo sul sentiero si giunge in breve al Rifugio la Burraia, da qui in circa 1,5 Km., in ripida discesa, si raggiunge il Passo della Calla 1295 mt.

Diciottesima Tappa: Passo della Calla – Badia Prataglia

Dal Passo della Calla (S.P. del Bidente n° 310) il sentiero E1 si sviluppa lungo il tracciato dell’Alta Via dei Parchi, Sentiero Foreste Sacre, 00 GEA (Grande Escursione Appenninica); il sentiero si snoda tutto all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Patrimonio Mondiale dell’Umanità (UNESCO). Si oltrepassa la sbarra e gradualmente inizia la salita tra bellissimi faggi e affioramenti rocciosi, dopo vari tornanti si raggiunge il Poggione 1420 m. Il sentiero prosegue fino ad aggirare Poggio Tombesi 1463 m. dove si intravedono alcune doline cosparse di massi, muschi, felci, a destra un’altra dolina di origine tettonica con una cavità più evidente e un bell’acero montano che si erge sul suo bordo. Si riprende il crinale fino a raggiungere il tabernacolo della Madonna del Fuoco (costruito a protezione dagli incendi) 1504 m. ai piedi del Poggio Scali. dove non si deve percorrere il vecchio sentiero a sinistra per non calpestare un lembo di prateria alpina particolarmente rara; la sommità del Poggio 1520 m. è raggiungibile invece con un ripido sentiero poco più avanti, da dove è possibile godere di un panorama eccezionale; nelle giornate serene si vedono i monti della Romagna con il lago di Ridracoli, la pianura Padana e il mar Adriatico. L’ Ariosto scrisse “da qui l’occhio scopre il Mare Schiavo e il Tosco”). Andando avanti si supera il bivio che sulla sinistra conduce alla Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino (dove l’uomo ha scelto di non intervenire in nessun modo, per avere una testimonianza della libera evoluzione della natura). Costeggiando la Riserva si giunge a Poggio Porcareccio 1488 m. e poco dopo troviamo sulla destra il sentiero segnavia n° 78 (per Case Gavisseri), oltrepassato il quale in prossimità di una radura si incontra la fonte del Porcareccio 1330 m. Il sentiero E1 prosegue sul crinale nel bosco raggiungendo la località La Scossa, (da qui prendendo un bivio a destra c’è la possibilità di raggiungere la sorgente le Tre Fonti scendendo per 300 m.) … passando poi per il Passo Sodo alle Calle (1) 1333 m. si raggiunge la radura al Giogo di Seccheta 1383 m., qui sulla destra si incontra il bivio con segnavia n° 77 (via dei Legni) (2) che porta a Casalino. Dopo una leggera discesa si giunge ad un’ampia radura Prato al Soglio (3) 1350 m. sul crinale – (“il crinale ha sempre rappresentato, storicamente un luogo di incontro e di confronto piuttosto che di divisione ed allontanamento”)… in prossimità del Prato Bertone si trova il bivio a destra segnavia n° 68 che indica l’Eremo di Camaldoli (4), si continua per la strada Forestale delle Giogane attraverso una bellissima faggeta e si raggiunge la località il Gioghetto 1239 m. dove si incrocia sulla destra il sentiero segnavia n° 70 che indica ancora una possibile via per l’Eremo. Proseguendo sul sentiero E1 si raggiunge il Prato della Penna 1261 m. dove si si incrocia a destra la SP 124 che porta all’Eremo di Camaldoli e a sinistra sempre la SP 124 che porta a Fangacci; superato l’incrocio in prossimità di tabelle segnaletiche il sentiero prosegue in salita, in una monumentale faggeta, fino al Passo dei Tre Confini 1395 m. da dove si scende per una mulattiera lastricata fino al bivio a sinistra sentiero segnavia n°66 Poggio alle Capre 1330 m… mantenendo la sinistra si raggiunge l’area di sosta Rifugio Fangacci (normalmente chiuso) dove c’è comunque la possibilità di rifornimento di acqua presso un muretto (poco visibile) in prossimità dell’inizio del sentiero degli Scalandrini segnavia n° 227. Ripreso il sentiero E1 in prossimità di un secolare faggio si affronta una marcata discesa fino all’innesto della strada asfaltata che porta a Badia Prataglia lungo il fosso Archiano d’Isola. Poco più avanti si incrocia una sorgente. Lasciata la strada asfaltata si scende, mantenendoci sempre sul sentiero E1 e si arriva, dopo aver percorso un bel tratto di strada bianca, in prossimità del campeggio dove si prende di nuovo la strada asfaltata… si costeggia un campo sportivo e trascurando i sentieri che si incontrano sia a destra che a sinistra si arriva a Badia Prataglia percorrendo la Via di Vetriceta.

Sviluppo: Lunghezza: Km. 15,500, dislivello in salita: 386 m., dislivello in discesa: 839 m., tempo: ore 5/5,30

Ristoro e pernottamenti: Posto tappa presso Passo Calla: Rifugio CAI Città di Forlì – Burraio di Campigna – 47018 Santa Sofia (FC), Tel. 0543 980074 – Fax 0543 989525 , E-mail: rifugiocai.forli@libero.it, Posto Tappa Badia Prataglia : www.badiaprataglia.net.

Note Tecniche: Difficoltà: E

(1) Calle: varchi di dogana utilizzati per contare gli animali durante la transumanza. Uno dei percorsi più evidenti è determinato da il Varco della Calla, il Sodo alle Calle e il Valico del Giogo di Seccheta.

(2) Via dei Legni già frequentata in epoche antiche, come “strada di smacchio” da boscaioli che trasportavano il legname a dorso di mulo o con grossi traini in Casentino, dove veniva “fiumato” in direzione di Firenze.

(3) Prato al Soglio deriva dalla parola solio – abbeveratoio.

(4) Consigliata la deviazione (sentieri segnavia bianco rosso n° 68 – n° 70) per la visita alll’Eremo di Camaldoli (costruito nel 1012 da San Romualdo), posto all’interno di un ambiente forestale dominato dal faggio ad alto fusto e da abetaie secolari.

Mezzi di trasporto: Autolinee ATR (solo fino a Campigna) – www.atr.fc.it.

Cartografia: Carta escursionistica del Parco Nazionale Foreste Casentinesi (Trekking map) scala 1:25.000 5^ edizione S.E.L.C.A. Firenze. Carta Sentieri e Rifugi Appennino Tosco-Romagnolo 1:25.000 Tav.33 Edizione Multigraphic.

Diciannovesima Tappa: Badia Prataglia – Chiusi della Verna

Il percorso del sentiero E1 prende inizio dal paese di Badia Prataglia (parcheggio nei pressi della Chiesa) percorrendo la SP n° 71 Umbro – Casentinese in direzione Passo dei Mandrioli, dopo circa 500 m. si prende a destra la SP n° 63 Val di Corezzo e sempre su strada asfaltata si raggiunge dopo circa 3 km un bivio a sinistra che porta ad attraversare il piazzale di una grande segheria (fare attenzione ai mezzi in attività) 920 m. Oltrepassato il piazzale si prende a destra un bel sentiero in leggera salita attraverso un bosco di faggi verso il Passo dei Mandrioli. Mantenendoci a sinistra si cammina lungo il torrente, oltrepassandolo alcune volte, in una bellissima foresta di faggi e abeti; qui il sentiero si fa più impegnativo per l’accentuarsi della salita fino a giungere al Passo dei Mandrioli 1173 m. (1) Lasciato lo slargo si prende a destra un bel sentiero in salita su selciato in mezzo ai faggi; gradualmente il sentiero si allarga e tende a scendere fino a raggiungere un bivio a destra 1200 m. con segnavia n° 56 per Corezzo. Poco dopo, prima in piano e poi in discesa, si incontra un’ampia zona recentemente devastata dalle ultime copiose nevicate che hanno causato la caduta di tante cime di faggi e di abeti interi. Proseguendo si aggira il Monte Zuccherodante e si arriva al Passo di Serra 1168 m. (2) dove si incrocia un bivio con a destra il segnavia n° 59 per Corezzo e a sinistra il segnavia n° 177 per il Romitorio le Gualchiere. Si riprende la salita su sentiero che talvolta si biforca e si fa un po’ più stretto tra i faggi, si raggiunge la Punta dell’Alpuccia 1278 m. e poco più avanti si aggira da destra Poggio Montalto 1302 m. scendendo poi al Passo Naldoni 1170 m. Proseguendo sul crinale si supera a destra i sentieri segnavia n°68 e n° 67 per Corezzo, fino a raggiungere il Passo Rotta dei Cavalli 1158 m. (3) dove si incontrano diversi segnavia: Appennino Cesenate Cammino di San Vicinio, sentiero n°173 per Montione. Con un tratto piuttosto pianeggiante si raggiunge la Buca del Tesoro 1060 m. (4) dopo una discreta salita si arriva al Poggio Tre Vescovi 1238 m. (5) dove sulla sinistra si diparte il sentiero di crinale 00 e il sentiero segnavia n° 91 fino a Poggio Bastione. In marcata discesa si attraversa una foresta di faggi secolari fino ad oltrepassare un quadrivio 1045 m., dove sulla destra il segnavia n° 59/a per Il Capannino e sulla sinistra il segnavia n°9, il sentiero E1 prosegue su strada forestale per raggiungere il Passo Gualanciole 1040 m. da dove si dipartono diversi percorsi: a destra segnavia n° 57 Montesilvestre, segnavia n° 59 Capanna Monte Fatucchio; a sinistra segnavia n° 12 Casa Gualanciole. In falsopiano si incontra l’unica fonte chiamata di Sant’Antonio o La Natura 1103 m. e poco dopo il Passo delle Pratelle 1075 m. dove si mantiene la destra sul sentiero E1 trascurando i diversi segnavia a sinistra (n°66, n°75, n° 60, n° 65). A quota 1160 m. si lascia la strada forestale e si prende a destra, in decisa salita, fino a Monte Calvano 1254 m. tralasciando il segnavia n° 64 che va alla Capanna di Fra’ Filippo; tutta la zona è caratterizzata da un folto sottobosco e si abbandonano i pini neri. Si inizia la discesa fino alla Croce della Calla 1132 m., si trascurano a destra i segnavia n° 56 e 57 che portano a Poggio allo Spicchio e dopo una discesa su sentiero sassoso il sentiero E1 rispiana e incrocia sulla sinistra il segnavia n° 61 che porta a Compito oltrepassato il quale si prosegue a destra per strada bianca per raggiungere il Santuario de La Verna 1170 m. (6). Seguendo i segnavia E1 si scende, per una strada lastricata, a La Beccia 1031 m. (tabernacolo con mosaico raffigurante San Francesco di G.Terreni, 1985) e a sinistra tra le case, sempre in discesa, si raggiunge il paese di Chiusi della Verna 931m.

Sviluppo: Lunghezza: Km. 25, Dislivello in salita: 950 m. Dislivello in discesa, Tempo medio ore 7,30/8.

Ristoro e pernottamenti: Pensione Giardino – Via Nazionale, 15 – Frazione Badia Prataglia 52014 – Poppi (AR) – Tel. 0575 559016 – Fax 0575 559422.

Posto Tappa Badia Prataglia:http: //www.badiaprataglia.net.

Foresteria Santuario de La Verna – Tel. 0575 5341 – 0575 534210 – E-mail: santuarioverna@gmail.com

Posto Tappa Chiusi della Verna: www.prolocoverna.it.

Note Tecniche: Difficoltà: E.

(1) Passo dei Mandrioli: Ardita strada progettata dall’ing. Alcide Boschi, che varca “l’Alpe” al passo dei Mandrioli (mt. 1173) e costruita negli anni 1870-1882. Importante collegamento con il Casentino, ha di fatto sostituito l’antico passo Serra (mulattiera-sentiero tutt’oggi percorribile) che varcava “Alpe” poco più a est. Lungo il percorso è possibile ammirare ampi panorami sull ‘alta valle del Savio e sui contrafforti dell ‘Alpe di Serra. Interessante sotto l’aspetto geologico il tratto detto “delle scalacce”, dove la strada costeggia alte pareti di roccia Marnoso-arenacea, tagliate “a gradoni”.

(2) Passo Serra: valico dove fino dal 187 a.c. passava una strada romana aperta dal Console Flaminio. Un’altra importante via di collegamento e di pellegrinaggio fu la Via Romea di Stade che portava fino a Roma. Nei secoli l’importanza della strada fu sempre più grande, assunse il nome di strada Maestra di Romagna, mentre il passo venne chiamato Varco di Romagna.

(3) Passo Rotta dei Cavalli: collocato sulla giogana dell’Appennino tosco-romagnolo, consentiva le comunicazioni alle popolazioni locali dei due versanti, soprattutto quelle dell’alto Savio, con quelle della Valle Santa. Un passo nato per le attività economiche locali di tagliatori, carbonai e piccoli allevatori di bestiame. Una via importante di pellegrinaggio al Santuario de La Verna. Venne chiamato così per il passaggio stretto e tortuoso che rendeva difficoltoso il transito dei cavalli.

(4) Buca del tesoro: narra la leggenda: “Oltre un secolo fa due fratelli casentinesi della famiglia dei Portolani, che abitavano non molto lungi dal versante toscano, avendo saputo che nella grotta era nascosto un tesoro, vi si recarono per impadronirsene, facendosi però accompagnare per misura precauzionale da un fraticello del vicino santuario de La Verna, che aveva il compito di pregare e recitare passi dei Libri Sacri, mentre essi si inoltravano sottoterra. Tutto procedette per il meglio: i due fratelli trovarono sacchi di monete d’oro e stavano trascinandoli all’esterno quando il frate, forse emozionato nel sentire il tintinnio del prezioso metallo, sbagliò una parola di un’orazione; allora come per incanto una fortissima folata di vento lo strappò dall’orifizio della grotta e lo trasportò lontano. In quell’istante i Portolani stavano uscendo e si meravigliarono molto che il frate li avesse abbandonati, ma poiché il tempo stava improvvisamente volgendo al peggio e nubi minacciose stavano oscurando rapidamente il cielo, caricarono l’oro su una treggia trascinata da un paio di buoi e si diressero il più rapidamente possibile verso la loro casa. Il cielo nel frattempo era divenuto nero come la pece, sembrava notte fonda. Poi scoppiò un temporale di inaudita violenza; l’acqua sembrava una muraglia e lampi accecanti squarciavano la cappa plumbea delle nubi, ma la casa era oramai vicina e i due fratelli, guidati dai bagliori delle folgori, giunsero finalmente sull’aia, impauriti ma esultanti. Correndo si rifugiarono nell’abitazione lasciando nella corte la treggia carica dell’oro e proprio in quell’istante un fulmine, con un fragore tremendo, cadde vicinissimo; poi, come per sortilegio, l’uragano finì, il vento spazzò le nuvole e tornò il sereno. I Portolani si precipitarono fuori per recuperare il tesoro e portarlo al sicuro in casa, ma ebbero l’amara sorpresa di trovare solo un mucchietto di cenere e di tizzoni carbonizzati; l’ultimo fulmine aveva colpito proprio il loro oro, certamente custodito dal diavolo, e per nera magia l’aveva trasformato in carbone”.

(5) Poggio Tre Vescovi: è una montagna dell’Appennino Settentrionale, situata geograficamente sul versante adriatico dell’Appennino tosco-romagnolo. È situato nell’alta Val Marecchia, parte integrante dell’Appennino riminese. Il nome potrebbe derivare dal fatto che qui si incontrano 3 diocesi: (San Marino-Montefeltro, Cesena-Sarsina e Arezzo-Cortona-Sansepolcro).

(6) Santuario de La Verna: in questo particolare ambiente naturale San Francesco d’Assisi passò molti periodi della sua vita in preghiera e meditazione. Si consiglia la visita o la sosta al Santuario anche perché in questo luogo si possono vivere momenti di forza, di bellezza, di ricerca, di silenzio, di pace

Mezzi di trasporto: Chi intende raggiungere Badia Prataglia in pullman da Firenze può utilizzare la linea Firenze-Pontassieve-Consuma-Bibbiena che fa capolinea all’autostazione SITA di Firenze dietro la Stazione di S.Maria Novella. Arrivati a Soci o Bibbiena si prosegue con il pulman della linea Badia Prataglia-Partina-Bibbiena-Poppi che collega Bibbiena con Badia Prataglia. Si può arrivare a Badia Prataglia in pullman dall’Emilia Romagna con la linea Cesena-Bagno di Romagna-Badia Prataglia e nel periodo estivo anche con la linea Arezzo-Cesena-Cervia-Rimini.

Cartografia: Carta Sentieri e Rifugi Appennino Tosco-Romagnolo 1:25.000 Tav.35 Edizione Multigraphic (FI)

Ventesima Tappa: Chiusi Della Verna – Caprese Michelangelo

Da Chiusi della Verna (952 m) davanti al Ristorante Hotel “Da Giovanna” (buon alloggio e ottimo menù) si incontrano i segnavia posizionati dagli amici del Gruppo Trekking Bagno a Ripoli. Si prosegue la segnalazione. Si scende in paese seguendo i segnali E1 su strada e poi si strada sterrata fino ad incrociare la statale strada asfaltata. Si percorre l’asfalto per circa 100 metri e a dx passato il ponte sul torrente Resina, si inizia la bella salita che porta la Poggio Assunzione (1037 m) riconoscibile per una piccola pineta unica tra il bosco. Si seguono i nostri segnali E1, le pennellate e i verticali rosso-bianco che spesso o sempre seguono il “sentiero Tau francescano”. Si continua a salire fino al Poggio dell’Abete (1136 m) e si prosegue in salita fino alla Croce a Varco (1140 m), qui si interseca il sentiero numero 039. Si prosegue sul nostro sentiero E1 e sentiero numero 50 arrivando alla Croce della Malcima (1109 m). Vicino al Monte Foresto si apre un punto panoramico eccellente (1262 m) arrivando al suggestivo Eremo di Casella (1264 m). Qui è possibile dormire se forniti di materassino. Ci sono locali cucina attrezzati, camere (giacigli) e sala con tavolo da pranzo. L’abbiamo trovato aperto e pulito. Dall’Eremo di Casella con una bella strada forestale ombrosa, che scende lungo il fresco Fosso della Carbonchia, si raggiunge una zona residenziale di ville e villette. La strada poco transitata prosegue, e lasciate queste, si entra a Fragaiolo (714 m). Nel paese quasi disabitato c’è un piccolo forno ma nessun bar. Si prosegue (abbiamo fatto 16 km) e in breve si raggiunge il villaggio di Lama (qui c’è un bar). Il Sentiero E1 scende quasi tutto su asfalto da Fragaiolo (4 km di asfalto) con pennellate rosse-bianco ci porta a Caprese Michelangelo, completando la prima tappa. Tratto abbastanza impegnativo nella prima parte per i dislivelli e il caldo.

Sviluppo: 20 km circa.

Ventunesima Tappa: Caprese Michelangelo – Passo Viamaggio

L’itinerario riparte dal piazzale sotto il borgo di Caprese che ha dato i natali al famoso Michelangelo Buonarroti nel marzo del 1475. Si consiglia prima di partire una visita al Museo. Si riparte dal piazzale davanti alla caserma dei Carabinieri. Un breve tratto di strada asfaltata scende rapidamente con delle curve seguendo i segnali. Arrivati su una curva al segnale E1 ci immettiamo su una mulattiera che attraversa poco dopo il torrente Singerna, attraversandolo su di un vecchio ponte. Proseguendo si arriva alla bella Abbazia di Tifi. Antica pieve camaldolese didicata a san Romualdo. Merita una sosta culturale. Proseguendo si raggiunge un piccolo villaggio di Chiassano (544 m). Si prosegue e si incontra un altro villaggio La Greppa (588 m). Sempre seguendo i segnavia E1 e le pennellate si passa dalla bella villa di Marcena corredata da un bel viale di cipressi. All’incrocio con la strada asfaltata, si gira a sx e dopo 10 mt, sulla nostra dx riparte il sentiero E1 che in breve ci porta al villaggio di Stratino Basso e dopo poco a Stratino Alto. La mulattiera prosegue e si arriva all’Alpe sopra Pieve Santo Stefano,qui si incrociano anche i segnali su pali della locale Pro Loco e i segni E1 che scendono sulla mulattiera sempre seguendo questa bella mulattiera alla cittadina situata alla confluenza del fiune Tevere e Arcione. Si passa sotto il cavalcavia della superstrada E45 (431m) e si arriva in centro. Possibilità di molti alloggi nel borgo. Dal centro di Pieve Santo Stefano si sale nella zona di Scorcialupo, lungo villette e su strada asfaltata. Si sale questi tornanti e arrivati dove è un rudere che un tempo serviva per ricovero ai viandanti, inizia il tratto E1/sentiero Valtiberina 11/Sentiero francescano/sentiero 2 / GEA. La bella mulattiera sale dal paese (431 m) con un bel dislivello di circa 150 mt in poco tempo, diventando poi una bella strada poderale tra i campi coltivati fino alla Casa Strazzano, dove si incontra un incrocio con il sentiero 12. Qui si gira a dx sotto una grande quercia secolare. Qui i segnavia sono su di un palo e pennellate. Si prosegue su sterrato e su antica mulattiera entrando nell’Area della Riserva Naturale del Bosco di Montalto, dove si trova un fontanile sulla strada, spesso occupato da mandrie di mucche al pascolo. Lungo questo tratto si raccomanda sempre di chiudere i cancelli trovati lungo il percorso. Arrivati all’incrocio per l’Eremo di Cerbaiolo (764 m). Per chi vuole merita una deviazione dall’E1, se abbiamo tempo, luogo affascinante da visitare. Dall’Eremo di Cerbaiolo, però dobbiamo ritornare indietro sul sentiero E1 e proseguire per la casa pastorale di Le Camerelle (964 m). Dopo circa un chilometro si incrocia una bella strada sterrata che all’incrocio si svolta a sx risalendo fino al Passo di Viamaggio (983 m) La famosa trattoria albergo è in disuso in quantosi è spostata a Valdazze un villaggio a circa 4 km.

Ventiduesima Tappa: Passo Viamaggio – Passo Bocca Trabaria

Torna alla pagina del Sentiero Europeo E1


Fonte:

FIE Italia © 2017 • Via Imperiale 14 • 16143 Genova GE