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Sentiero Europeo E7 – Descrizione tappe tratta Campogrosso-Monte Grappa

Tredicesima tappa
Rifugio Campogrosso – Rifugio Achille Papa.

Dal rifugio Campogrosso (1456) si intraprende la strada asfaltata denominata delle sette fontane alla quale corrisponde anche il sentiero della pace N. 173; dopo un leggero pianoro la strada è tutta in discesa. Il monte Carega è visibile dalle vicinanze del rifugio. In un ora circa al passo pian delle Fugazze (1162) due alberghi/ristorante in loco. Interessante è la visita all’Ossario del monte Pasubio che raccoglie i resti delle vittime della Prima guerra mondiale. Attraversata la strada, si segue il sentiero 179 fino a Malga Val di Fieno (1481) proseguiamo fino alla galleria d’Havet, imboccando il sent.399 arriviamo al rifugio Achille Papa, (1928) è possibile incontrare fauna rupestre, mentre in primavera è molto rigogliosa la flora locale. Dislivello M. 635. Tempo di percorrenza circa 4 ore! Per Il pernottamento numero telefonico: 0445 630233.

Quattordicesima tappa
Rifugio Achille Papa – Posina.

Il Rifugio Achille Papa

Dal rifugio Papa si imbocca il sentiero N. 366 delle 52 gallerie, è indispensabile la torcia elettrica. dopo una leggera salita iniziale, sarà tutta discesa, strada facendo i punti panoramici verso la pianura e la citta di Schio, oltre a molti altri, ci daranno anche il tempo di avvederci del grande ed ingegnoso lavoro svolto dai militari (1915/18) per trasportare gli approvvigionamenti in prima linea. È doveroso rammentare che il tracciato può presentare delle difficoltà dovute alle condizioni meteo. Al termine di detto sentiero ci troviamo a Bocca Campiglia (m. 1216) nel recente museo all’aperto con pannelli descrittivi delle varie fasi della battaglie svoltesi nei dintorni. Dal passo dello Xomo si percorrono circa 6 chilometri di strada asfaltata per giungere a Posina (m.544) In paese possiamo rifornirci di medicinali ed alimentari. Percorrenza ore 5 circa. Posti di accoglienza e pernottamento:

  • Albergo al Garibaldino tel.: 0445 748023
  • Albergo all’Alpino tel.: 0445 748019
  • B&B Grillo Giallo tel.: 0445 748381.

Quindicesima tappa
Da Posina a Laghi.

Da Posina si percorre la strada provinciale verso passo della Borcola, raggiunta la contrada Ganna (m.649), sulla destra parte una mulattiera N.505 che ci porta a casa Betta (m.887)passando per contrada Lambre salendo arriviamo al passo Colombo (1390 m.). Passato lo spartiacque a destra imbocchiamo il sentiero n.511 sino a cima Castelle (m. 1474). Ottimo punto di osservazione sul monte Majo, la val Posina ed anche la valle dei Laghi, il Pasubio ed il monte Gamonda. Da cima Castelle scendiamo verso contrada Xausa sempre per crinale (m. 954) seguono numerose altre contrade da attraversare trovandoci finalmente al paesino di Laghi (trattorie ed alimentari) (m.535.) Pernottamento alla fattoria didattica di Susanna Miola tel. 0445/714123. Dislivello m.955. Difficoltà E più alcuni tratti di EE. escursionistico ed escursionisti esperti.

Sedicesima tappa
Da Laghi al rifugio Valbona.

Dalla fattoria di Susanna seguiamo la strada che ci riporta a Laghi. Nei pressi del lago minore, attraversiamo il ponte, a destra imbocchiamo una stradina sterrata raggiungendo il sentiero C.A.I. n.525, saliamo lungo il crinale sino a raggiungere la contrada Collegio (m.744). Oltrepassata la al tornante imbocchiamo il sentiero a sinistra entrando nella val Scarabozza, aspra e suggestiva. continuiamo su irto tracciato incontrando finalmente una zona prativa dove il sentiero diventa strada bianca. questa zona è ben curata ed oltre ai bovini al pascolo si possono intravedere molteplici specie di fauna alpina. Passata la malga Campoluzzo di mezzo (1401 m.)riprendiamo il sentiero sulla destra e ci avviamo al rifugio Valbona (m.1688). pernottamento stagionale telefonando al cell. 3482307418 oppure www.rifugiovalbona.com

Diciassettesima tappa
Rifugio Valbona / Tonezza del Cimone.

Il Rifugio Valbona

Dal rifugio Valbona per asfalto alla forcella “Molon” (1829). Ancora per asfalto al rifugio Rumor (m. 1658) proseguiamo per breve sino ad incontrare l’ inizio del sentiero N.538 che seguiremo camminando nella valle di Barbarena Bastarda, al bivio lasciamo il 538 ed a sinistra ci incamminiamo ad incontrare la contrada “Valle” (m. 1037). pernottiamo nel vicino paese di Tonezza del Cimone (991 m.). Alberghi: Bucaneve Tel.0445/749059. Vicenza tel. 0445/749061. Trentino tel. 0445/749039. Dislivello M.140 circa.

Diciottesima Tappa
Tratto Tonezza / Fiorentini

Da Tonezza (m.1000) si prosegue per la strada provinciale dei Fiorentini per le Contrà Pettinà, Sella, incrocio per Contrà Girotti e sentiero n.537. Albergo ristorante chiosco alpino (m.1200) possibilità di ristoro e pernottamento (0445/749079). Di fronte al bar si imbocca la vecchia strada per il passo della vena, prima del tornante si incrocia a sinistra il sentiero 537 che sale a Tonezza, si re incontra la strada della vena che seguiremo sino al sentiero n.561 per Campomolon. incontrando la galleria stradale proseguiamo seguendo i segni bianco/rossi, a sinistra (sent. 538/561)verso l’ex forte Campomolon, prestare attenzione in caso di scarsa visibilità. Un punto di riferimento sono le antenne sul monte stesso. il sito è parzialmente visitabile con tabelle descrittive in loco. Dal forte si scende fino a forcella Molon (m.1750) per sentiero n.569, poi a destra per N.569/571 per valle delle Lanze con scarsa segnaletica ci avviamo su sentiero e poi strada bianca verso ”  baito Melegnon e Tomaselli”. al termine della discesa si re incontra la strada asfaltata e, girando a sinistra in breve l’albergo Fiorentini (Tel. 0445/746080) ed il rifugio monte Coston. Tel.00445/749174.

Diciannovesima tappa
Tratto Fiorentini / Lavarone.

Dalla località Fiorentini ci avviamo verso malga Posta, per carrareccia poi, raggiungiamo l’ albergo forte Cherle (Tel. 0464/765103) al incrocio con il sentiero Europeo (E 5). visitati i ruderi, scendiamo a destra verso la sorgente di S. Fermo, proseguiamo a destra per Cueli liberi e Carbonare, sempre seguendo il sentiero della pace parallelo al torrente Astico. Poco più avanti incrociamo ancora l’ E 5 che si può imboccare fino a Carbonare, oppure proseguire sino ad incontrare l’ indicazione della ” 100 km. dei forti che ci porta nel centro del paese in prossimità della chiesa. Proseguendo in direzione di Lavarone, si tralascia a destra la strada per Nosellari e dopo circa un chilometro si imbocca il sentiero in salita verso il monte Rust e l’osservatorio Austriaco (ruderi) proseguiamo ancora a sinistra sino a raggiungere l’ abitato di Lavarone. località Chiesa. pernottamento presso l’ albergo ristorante Esperia Tel 0464/783124.

Ventesima tappa
Lavarone / Vezzena

Dalla piazza di Lavarone si prende a destra la strada asfaltata per Contrà Albertini, superata la quale si imbocca un sentiero sterrato verso Bertoldi, si lascia sulla sinistra un piccolo laghetto e si prosegue fino agli impianti sportivi. attraversata la strada provinciale, a sinistra verso Bertoldi vecchia al incrocio con una cappella si riprende a destra il sentiero N.224 per monte Cimone e baita Belem coincidenti all’ inizio con i locali sentieri delle “sorgenti” e sentiero della pace. Proseguendo ad un primo incrocio si gira a destra e raggiunta una carreggiabile ci si avvia verso baita Belem  sent. 223). da qui si sale verso il belvedere oltrepassata una sbarra, sino a raggiungere il sentiero N.220 da dove all’ incrocio si gira verso Monterovere. Stupendo belvedere sulla Valsugana….gruppo del Brenta e zona Ortles e Cividale. Sempre sul 220 perdiamo quota trovandoci in una strada forestale che a destra ci porta a “piano alto “. Si incontra la strada asfaltata che scende verso Caldonazzo a sinistra, mentre a destra si prosegue in direzione di Monterovere incontrando l’albergo omonimo (posto di ristoro). Poco prima giriamo per baita Cangi e busa Verle (sent. 201 e 205). L’itinerario ci porta alle rovine del forte di cima Verle, scendiamo per asfalto al passo Vezzena con rifugio ed ambienti per il ristoro aperti tutto l’anno esclusi i mesi di Ottobre/ Novembre. Hotel Vezzena ‪www.hotelvezzena.com.

Ventunesima tappa
Tratto Vezzena / Malga Larici

Dal passo Vezzena, (hotel Vezzena) si risale la strada asfaltata verso l’ex forte cima Verle, sino ad incrociare poco dopo sulla sinistra il sentiero N.205 che proviene da baita Cangi. Si prosegue diritti ad incontrare il tracciato che porta al pizzo di Levico o Vezzena lo lasciamo a sinistra e per strada asfaltata proseguiamo verso malga Marcai di sopra dove troviamo un cippo commemorativo del periodo bellico 1915/18 del battaglione Bassano. a destra il sentiero N.220 sale dalle malghe Marcai di sotto e Postesina, attraversato il ponticello (ponte Torino) ci troviamo alla testata della valle Postesina. Seguendo il 220 fino a raggiungere il  fontanone” punto di confine tra la zona Trentina e l’ altopiano dei 7 comuni. Termina l’ asfalto e su sterrata giungiamo a campo Mandriolo, e porta Manazzo (possibile deviazione per la sommità) continuando si scende in val formica ed al rifugio Larici (042466383) scendiamo ancora sul sentiero N.826 per porta Renzola e cima Portule ed infine malga Larici di sotto! (347/2382892) agriturismo estivo.

Ventiduesima tappa
Tratto Malga Larici / Piazzale Lozze

percorso abbastanza lungo che ci porta tra le varie ed aspre cime teatro di immani scontri durante il periodo 1915/18. L’ ORTIGARA !

Da malga Larici di sotto si sale per il sentiero 826 (strada sterrata) sino al bivio verso sinistra incontrando il sentiero N.209 verso porta Renzola a destra in direzione di cime Kempel e Portule. Scesi da porta Kempel per traccia imbocchiamo il numero 208 verso cima 12 passando per (portello Galmara N.835) la cima più alta del altopiano di Asiago, si riscende calpestando il tracciato numero 211abbastanza scosceso verso il bivacco ” busa delle dodese ” da qui ci immettiamo sul 206 costeggiando cima undici e monte Castelnuovo. All’ incrocio con il passo di val Caldiera si tiene la destra in direzione di cima Ortigara (un rintocco alla campana di vetta per salutare i militi ivi rimasti!). Dalla cima scendiamo sul sentiero N. 840 verso il baito Ortigara e la chiesetta di Lozze ed omonimo piazzale. Per avere un punto di appoggio si può da poco sopra il piazzale girare a destra per malga Moline su strada bianca ed in 30 minuti a malga Moline Tel. 04240445115.

VARIANTE: È un immenso castello naturale che domina la Valsugana, dai suoi 1550 metri, tutto merli, torri, atri e gole, scavati dall’acqua in milioni di anni! Fa parte del grandioso apparato carsico della Fossetta che scarica le sue acque nella grotta Bigonda in Valsugana. E’ consigliabile percorrere integralmente il sentiero ben segnalato del ” labirinto ” per trovarsi nella magia del luogo! Non vuole essere un tratto obbligato per i percorritori del E 7 ma sentitamente consigliato come variante al tracciato ufficiale. Scendendo da cima Ortigara verso il cimitero militare di prato Moline ci teniamo sul sentiero C.A.I. N.842 sino alla busa dei Quaranta all’ incrocio con il N. 845 proseguiamo verso lo scoglio bianco ed infine i Castelloni! il sentiero è di facile percorrenza e di sicuro effetto, attenzione allo zaino che non sia troppo affardellato in certi punti il passaggio è veramente stretto!

Ventiquattresima tappa
Dal rifugio Marcesina a Foza.

Dal rifugio (1310) su strada asfaltata ci avviamo per 300 metri prendendo il bivio di sinistra verso il rifugio Ronchetto (1330), pochi metri più avanti si imbocca la strada forestale chiusa al traffico (prestare attenzione l’ imbocco è poco visibile ! proseguendo su strada asfaltata si arriva a borgo ” Cruni “) per la forestale ci si avvia verso malga Slapeur (1628) ci si inerpica per alcuni tornanti trovandosi tosto davanti al bivio della strada proveniente da Galio, noi giriamo a sinistra (cartelli) in breve al cimitero Bosniaco ed a malga Slapeur. Possibilità di uno spuntino con prodotti locali. Dalla malga in un ora al monte ” fior ” (1824). consiglio una deviazione al monte Castelgomberto (1771). Stiamo camminando in un ecomuseo all’ aperto con molteplici sostegni descrittivi delle fasi dei combattimenti 1915/18. Dal monte Fior esiste una scorciatoia verso Foza passando per casera Melette risparmiando un ora di strada, Attenzione si rischia di non vedere la segnaletica C.A.I. Noi seguiremo la strada sterrata che conduce con ampio e comodo giro sempre al paesino di Foza (1100)passando per malga Lora e resti di un cimitero militare Italiano (1668) Incrociamo la strada asfaltata che seguiamo verso borgo ” Cruni ” al bivio a destra verso la vicina Foza. Tempo di percorrenza circe 6 ore, difficoltà turistica, se si esclude la lunghezza della tappa. Interessi storici/ambientali. sentieri C.A.I. N.861 e 860 oltre ai segni E 7. Altra possibilità per arrivare a Foza, dopo un chilometro circa da malga Lora, troviamo il sentiero C.A.I. 860 che con una deviazione a destra si inoltra nell’ abetaia conducendoci al pian della “ Futa “ da qui il sentiero diventa carrareccia e si congiunge alla strada asfaltata  chiusa al traffico) poco distante da Foza. Pernottamento al ristorante/hotel “ Foza “ TEL: 0424/698092. Mail info@hotelalpifoza.com.

Venticinquesima tappa
Da Foza a Valstagna.

Altra lunga tappa, che dal costone dove sorge Foza,(Hotel alpi) ci porta a fondovalle vicino al fiume Brenta. Il primo tratto per cento metri su strada asfaltata sino ad incontrare il cartello C.A.I. sulla sinistra con il numero 800 e cartelli E 7, ripida discesa per prato, sino ad incontrare una mulattiera che ci conduce al borgo di “Stoccaredo” da qui purtroppo abbiamo alcuni chilometri di asfalto sino al borgo di “ Sasso “ poi sarà tutto un piacere scendere per il tracciato (bene Unesco) pieno di storia. Difficoltà nessuna, tranne che per i sassi bagnati! Distanza circa sedici chilometri e mezzo. Termina in pianura a 170 metri di altitudine. Foza altitudine M. 1100. Il nome compare la prima volta in un documento del 1085 quando il monastero Benedettino di S. Eufemia riceve in dono dalla famiglia di dei Romano l’intera montagna chiamata ” Fugia ” nel 1200 con atto notarile passò definitivamente ai Benedettini. Nel 1327 dopo l’atto di soggezione con gli Scaligeri, viene fondata la ” Spettabile Reggenza dei 7 comuni di cui farà parte. La storia più recente risale anche qui al 1917 quando venne interamente rasa al suolo. La località di” Sasso” unisce tredici contrade con cinquecento abitanti circa. Assieme a” Stoccaredo” si posiziona sulle ripide propaggini del monte val Bella, proprio sul ciglio del profondo intaglio della val Franzela da dove inizia la famosa discesa di ” Calà del Sasso” terminata nel 1383. Con i suoi 4444 scalini veniva usata per trascinare a valle il legname senza dover pagare il dazio al comune di Galio. Sulla stessa per poco si riuscì ad evitare il passaggio delle truppe Austro/Ungariche durante l’ offensiva sugli altipiani. Al termine di questa discesa ci ritroviamo ancora su strada asfaltata che seguiremo a sinistra sino al paese di Valstagna. Sentiero C.A.I. 800 e cartelli E 7 sino a Valstagna. Pernottamento e ristoro al osteria/ristorante al Caglieron.

Ventiseiesima tappa
Valstagna, Londa a col Moschin per la val delle “ore” proseguendo verso il monte Grappa.

Partenza da Londa

Dalla statale della Valsugana al semaforo in centro paese, verso la chiesetta di Londa, situata a circa un chilometro da “ Carpanè “. Oltrepassato il sottopasso ferroviario, a destra si incontrano i primi segnali del sentiero C.A.I. numero 35 ed E7 sentiero Europeo che prosegue sui tracciati N. 33, 36, 40 e 20 verso il rifugio Bassano. Possibilità di ristoro e pernottamento nei fine settimana alla base del monte Grappa. L’ intero tracciato ha una lunghezza di circa 18 chilometri con un dislivello di 1.700 metri circa. E’ particolarmente gratificante percorrere il sentiero che sul tracciato di una antica mulattiera valligiana, in ambiente in gran parte aperto e panoramico, ci porta all’ aereo crinale di costa alta. (numerose opere di guerra e ripari di fortuna). Più chiuso proseguendo verso “ aste rosse “e “ col Marcioro “ ed il “col Moschin”. La mulattiera già via di guerra, inizia a fianco di un grande condominio vicino ad uno spiazzo verde con una panchina ed un cartello descrittivo di un sentiero locale che seguiremo in parte. (35) Ripartiamo dal col Moschin (Alcuni metri di tracciato sono su terreno privato) verso il rifugio ALPE MADRE (ristoro e pernottamento) proseguendo, il col Felinon, Prà Fiolo e col d’ Anna ! Il col Moschin era modestamente presidiato da tre batterie e da un reparto di fanteria. Il 14 Giugno 1918 durante la violenta offensiva austriaca “ del solstizio”, truppe ungheresi travolsero le linee Italiane di casera Anna, col del Felinon, col del Fagheron, spingendosi sino al col Moschin mettendo in seria apprensione il comando Italiano. Decimate dalle fatiche e mancanza di rinforzi come pure dalla mancanza di sostentamenti, il giorno 16 un battaglione d’ assalto respinse gli ultimi austriaci che ormai senza munizione si difesero sino all’ ultimo sasso! Oggi, una panoramica passeggiata per splendidi pendii erbosi collega questi martoriati colli raggiungendo il rifugio alpe madre sul versante sud/ occidentale del Felinon percorrendo i sentieri N. 36 e 40. Le superbe vedute sui sette comuni, sull’ Ortigara, sul Pasubio e la pianura veneta nonché le più lontane cime dei Lagorai e cima grappa ci inducono certamente ad una sosta ed ad un pensiero forte guardando tutto quel territorio teatro di aspri combattimenti. Imboccando il sentiero N. 33 ci portiamo in breve al col Caprile, Prà della brosa, ed al albergo Finestron. Ora chiuso ed in disuso.

Ventisettesima tappa
Dal Finestron… altro tratto di E7. Verso il Grappa.

Lasciato il sentiero C.A.I. N. 35 percorriamo il N.40 passando al RIFUGIO ALPE MADRE (possibile punto di ristoro e pernottamento) su strada bianca sino a colli alti dove giriamo a sinistra sempre su strada comunale sino al Finestron. Oppure dopo il bivio a poche centinaia di metri possiamo imboccare il sentiero N. 40, parellelo alla strada, solo su versante opposto. alcune opere di guerra sono ancora visibili mentre percorriamo l’abetaia con dolci saliscendi, ci troveremo sempre al citato ex albergo. Attraversiamo la strada asfaltata ed a sinistra del edificio in lieve salita troviamo il sentiero N.20 e tabelle (E 7) che seguiremo attraverso gli Asoloni, con continui passaggi da una collina all’ altra sino al ossario del monte Grappa. l’ultimo tratto, per il monte è abbastanza irto e si prende attraversata la provinciale 141.Strada che si può seguire anche a destra e poi al primo bivio a sinistra per trovarci al rifugio Bassano nostra momentanea meta. Da visitare abbiamo l’ ossario, la caserma museo “Milano” e la ardita galleria di ” Vittorio Emanuele “. E’ consigliabile fermarsi un intero giorno visitando tutti i manufatti dell’ epoca, come pure i monti Solaroli che descriverò più avanti!

Escursione consigliata di notevole interesse: “Cima Grappa – Salarol”
“Il tratto più significativo dell’Alta Via degli Eroi”

Residuati storici

Se percorrendo il sentiero E7 avete una giornata a disposizione, vi consigliamo di effettuare questa escursione, molto importante dal punto di vista storico e paesaggistico. Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche, fatta eccezione per la lunghezza dello stesso. Fino al Monte Valderoa è un facile saliscendi, poi s’inizia la lunga discesa che porta a Pian dea Bala. Dal parcheggio del rifugio Bassano dirigendosi verso la scalinata che sale al sacrario si nota, sulla destra, la tabella del sentiero n. 156 “Col dell’Orso – Valderoa”; da questo punto lo sguardo segue tutto il profilo del crinale fino al Monte Valderoa. Imbocchiamo questo sentiero, che arriva alla “Croce dei Lebi” mt. 1.574, attraversando prati fioriti e resti di trincee della Prima Guerra Mondiale. Continuando sempre sulla dorsale incontriamo la deviazione per malga “Valpore di Cima” e “Valpore di Fondo”. Dopo circa un’ora, passando per M. Casonet mt. 1.614, si arriva a Col Dell’Orso mt. 1.679; qui la visuale spazia a 360° sia a nord sulle vette Feltrine, agordine e le Dolomiti Bellunesi, a nord ovest le Pale di San Martino e a ovest l’altopiano di Asiago, a est la sottostante Valle delle Mure e in lontananza il fiume Piave con la dorsale del Montello. Un’ora e un quarto dopo giungiamo ad una prima croce e dopo alla Croce dei Salaroli, ove una lapide ricorda il sacrificio dei battaglioni del IV° Reggimento Alpini. Da qui in discesa si giunge alla forcella Valderoa mt. 1.477, a questo punto è possibile salire ulteriormente alla Cima Valderoa o continuare in discesa prendendo il sentiero 157 in direzione di malga “Salarol” (oggi solo adibita a ricovero ovini). Superata la malga, si segue una stradina bianca fino alla prima curva qui si prende il sentiero contrassegnato dai segnavia TV1 e 157 che s’inoltra decisamente nel bosco. Dopo circa 15 minuti si arriva a malga “Cason del Sol”, dove si può mangiare e pernottare (10 posti letto, aperta da maggio a settembre). Dopo l’eventuale sosta, si arriva al Pian dea Bala, dove si prende sulla sinistra il sentiero E7 che porta alle Meatte o salire su stradina cementata a destra a malga “Val Vecia” con possibilità di ristoro (solo periodo estivo) o bivacco gestito dal CAI (6 posti disponibili tutto l’anno). Da Cima Mandria si segue la dorsale in discesa che porta al Monte Palon. Questo tratto è sicuramente il più panoramico dell’intero percorso in quando offre un’ottima visione sulla sottostante pianura, sul Piave, sul Montello e i Colli Asolani. Si incontrano inoltre trincee ripristinate dai gruppi alpini della zona. L’orientamento risulta facile per la presenza di una grande croce bianca sulla sommità del Monte Palon. Continuando in discesa sulla dorsale ci si inoltra nel bosco e dopo una leggera salita si giunge alla croce in legno posta sulla cima di Castel Cesil Da questo punto bisogna fare attenzione sempre in discesa sul bosco alla presenza della recinzione in filo spinato parallela al sentiero che delimita proprietà private. Si arriva così alla Trattoria Miet con possibilità di ristoro. Per eventuale pernottamento (con cena) si può continuare su strada asfaltata fino al cartello con indicazione Agriturismo Croda Bianca (15-20 minuti da Trattoria Miet).

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