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Sentiero Europeo E7 – Descrizione tappe tratta Malcesine-Campogrosso

Prima Tappa
Malcesine – Tratto Spino

Il Monte Baldo

Il tratto veneto del Sentiero Europeo E7 (Isole Canarie-Grecia) inizia con un viaggio in funivia. La stazione a valle si trova nel centro abitato di Malcesine, dove è possibile soggiornare e ristorarsi in una delle numerosissime strutture ricettive di questo incantevole borgo adagiato sulle sponde del lago di Garda. Dalla piazza del paese dobbiamo seguire le indicazioni per raggiungere la stazione di partenza della Funivia Malcesine – Monte Baldo che, con i suoi due tronchi (il primo, Malcesine – S. Michele di 463 m. di dislivello; il secondo, S. Michele – Monte Baldo, di 1187 m. di dislivello) ci porterà in località Bocca di Tratto Spino, a 1752 m., stupendo punto panoramico da cui inizierà la nostra camminata. La cabina del secondo tronco ruota su se stessa, offrendoci una spettacolare visione a 360 gradi. In località Tratto Spino è possibile soggiornare e rifocillarsi alla locanda “Baita dei Forti”.

Seconda Tappa
Tratto Spino – Rifugio Telegrafo

Arrivo della funivia del Monte Baldo

Questo tratto del sentiero Europeo E7 è particolarmente bello e panoramico, ma allo stesso tempo richiede un buon allenamento e molta attenzione perché quasi tutto in cresta e con la quasi totale assenza di vie di fuga. Per questo si consiglia di percorrerlo solo in condizioni meteo stabili e preferibilmente di prima mattina. Usciti dalla stazione a monte della funivia prendiamo, in direzione sud, il sentiero 651, lasciando alla nostra destra i sentieri 11 e 2 che scendono verso il lago, e percorriamo il bel crinale verso Cima delle Pozzette, a 2128 m. (ore 1,15). Su terreno accidentato scendiamo lungo la cresta, sul versante lago; la Val d’Angual ci accompagna fino alla base di Cima del Longino, dove con una leggera discesa procediamo sul versante est verso la Cima Val Finestra, a 2084 m. Raggiunta Cima Val Finestra proseguiamo attraversando il dirupato versante orientale di Cima Valdritta e, prima di raggiungere la forcella omonima (ore 1,20-2,35), a destra un segnavia indica il sentiero per raggiungere la cima più alta del Baldo, a 2218 m. (Variante Cima Valdritta ore 0,35 A/R). Giunti alla forcella di Valdritta continuiamo lungo la mulattiera, con un percorso ondulato a ridosso della cresta della Val Larga. Dopo la punta Pettorina, a 2192 m., andiamo avanti lungo un crinale fino ad incrociare le indicazioni per Cima Telegrafo, che seguiremo per raggiungere la stessa, a 2200 m. Dalla cima in pochi minuti potremo raggiungere il sottostante Rifugio Telegrafo Gaetano Barana, a 2147 m., affacciato sul fianco ovest del Baldo verso il Garda pronto ad offrirci possibilità di soggiorno e di ristoro. (ore 1,00-3,35).

In caso di maltempo si consiglia di raggiungere direttamente il Rifugio Novezzina seguendo dapprima la strada bianca/mulattiera che da Tratto Spino ci conduce fino alla stazione a valle della seggiovia Prà Alpesina e poi seguendo il sentiero 80 in direzione sud.

Terza Tappa
Rifugio Telegrafo – Rifugio Novezzina

Dal Rifugio Telegrafo Gaetano Barana riguadagniamo il crinale e cominciamo a scendere lungo alcuni tornanti, in comune ai i quattro sentieri che scendono ad est (651,652, 657 e 658), fino al primo bivio; lì, seguiamo a destra (sud) i sentieri 657 e 658 fino al bivio successivo, dove a sinistra il sentiero 657 comincia la ripida discesa verso il Vallone Osanna. Dopo un primo tratto tra rocce e terreno leggermente franoso, il sentiero prosegue prima in mezzo ai mughi e poi tra i prati, superando gli impluvi di altri due valloni, fino a raggiungere la strada asfaltata, un tornante prima del Rifugio Novezzina, a m.1255, meta di questa tappa, dove si può soggiornare e ristorarsi (ore 2,00). In accordo con i gestori del rifugio è possibile organizzare una visita all’orto botanico e al vicino osservatorio astronomico.

Quarta Tappa
Rifugio Novezzina – Ferrara di Monte Baldo

Residui storici

Dal Rifugio Novezzina scendiamo fiancheggiando l’orto botanico fino a raggiungere il sentiero 660 sulla strada bianca che costeggia l’osservatorio astronomico. Proseguiamo in falso piano per circa un chilometro fino a raggiungere il cancello della Casara Gambone. Qui lasciamo la strada tenendo come riferimento la stradina che conduce alla Casara, dapprima costeggiandola alla nostra destra e poi, allontanandoci, guadagniamo il fondo valle dove ritroviamo il sentiero 660. Seguiamo il sentiero prima su prato e poi su mulattiera fino a raggiungere, nei pressi del Passo del Casello, la strada provinciale 8 del Baldo. Attraversiamo la provinciale e imbocchiamo la mulattiera che scende nel bosco e che in breve, con ripidi tornanti, ci conduce in località Corrobi dove ci immettiamo nuovamente sulla provinciale grazie alla quale, dopo poco più di 500 metri, arriviamo a Ferrara di Monte Baldo, a 856 m., dove è possibile soggiornare e ristorarsi in una delle numerosissime strutture ricettive.

Quinta Tappa
Ferrara di Monte Baldo – Bivio Sentiero 73.

L’Albergo Tegorzo

Nei pressi del municipio di Ferrara di Monte Baldo troviamo le indicazioni dei sentieri 74 e 76 che seguiamo in salita, su strada asfaltata, fino al primo tornante; da lì imbocchiamo il sentiero 74 che si addentra nel bosco, in un saliscendi continuo all’interno della fitta vegetazione che, di tanto in tanto, ci permette di intuire la profondità della Valle dell’Orsa alla nostra destra. All’improvviso di fronte a noi si aprono i pascoli di Malga Orsa (ore 0,35), da tempo disabitata. Il sentiero prosegue appena sotto la Malga e dopo poche decine di metri troviamo l’innesto per il sentiero 75 che in pochi minuti ci porta a fondo valle dove, con l’aiuto di un cavo d’acciaio, guadiamo il Rio delle Pissotte, vero paradiso per gli amanti del torrentismo. Da quel punto in poi il sentiero ci regala scorci di rara bellezza di questo canyon adagiato tra cascate e marmitte dei giganti. Alcune parti del sentiero sono scivolose ed esposte, anche se rese sicure da corde fisse e parapetti: si raccomanda tuttavia la massima prudenza. I cartelli della Comunità Montana consigliano l’utilizzo di imbraco e cordino con moschettone. Il percorso termina innestandosi nel sentiero 73, a 640 m. (ore 0,50-1,25), che da Brentino sale fino al santuario della Madonna della Corona, a 774 m. Il santuario merita lo sforzo dei 130 metri di dislivello. Arrivati, è possibile rifocillarsi presso il Bar Al Santuario. (Variante Madonna della Corona ore 0,30 A/R). Con una breve salita a piedi o con il servizio navetta gratuito, dal santuario si può raggiungere il paese di Spiazzi con possibilità di soggiorno e ristoro all’Hotel Posta. ore 1,30

Sesta Tappa
Bivio Sentiero 73 – Rivalta.

Percorriamo in discesa il sentiero 73, molto frequentato da pellegrini, escursionisti e visitatori – e conosciuto anche come il “Sentiero della Speranza” –, fino a Brentino, a 178 m. (ore 0,40). Al termine della scalinata alla nostra destra possiamo scendere in paese, se necessitiamo di ristoro, o proseguire il cammino alla nostra sinistra imboccando il sentiero 674 che seguiamo per circa 500 metri; poi, in prossimità di una ripida svolta a sinistra, proseguiamo dritti per pochi metri per poi immetterci sulla strada asfaltata in discesa che, in qualche minuto, ci condurrà fino all’ Agriturismo Al Castel (ore 0,20-1,00) dove è possibile soggiornare e ristorarsi. Continuiamo seguendo in discesa la strada asfaltata fino ad incontrare la strada provinciale 11 della Val d’Adige che percorriamo in direzione nord, facendo particolare attenzione a camminare il più possibile al di fuori della sede stradale, fino al ponte sopra l’autostrada. Lì lasciamo la Provinciale e andiamo avanti sulla stradina a bordo canale che conduce all’Agriturismo Palazzo, dove abbiamo la possibilità di soggiornare (ore 0,25-1,25). Seguiamo la stradina che, passando sotto l’autostrada, in pochi minuti ci conduce nella piazza della frazione di Rivalta, sede municipale del comune di Brentino Belluno, a 137 m. (ore 0,05-1,30), dove possiamo alloggiare e ristorarci all’Hotel Belvedere.

Settima Tappa
Rivalta – Fosse

Direzioni

Dalla piazza di Rivalta scendiamo per la scalinata che conduce alla provinciale 11 nei pressi del ponte sull’Adige. Attraversiamo il ponte e proseguiamo lungo la strada fino a raggiungere la strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero che attraversiamo all’altezza del semaforo. Passiamo per la frazione di Peri, a 126 m. (ore 0,20), percorrendo via Pontara e poi via Postale Vecchia fino a incontrare, alla nostra sinistra, il sentiero 251 che percorre via Fosse per trasformarsi, dopo pochi metri, in mulattiera. Dopo circa 100 metri lasciamo la mulattiera per immetterci sul sentiero ben segnalato alla nostra sinistra. La ripida salita ci porta a incrociare la strada provinciale 57 Peri- Fosse, che dobbiamo percorrere a ritroso per circa cento metri fino a scorgere sulla sinistra l’imboccatura del sentiero. Il sentiero sale rapido nel bosco incrociando la statale altre nove volte. Durante la salita approfittiamo delle pause per goderci il panorama, alle nostre spalle, della Val d’Adige e del monte Baldo, mentre di fronte a noi possiamo ammirare il Corno d’Aquilio. Al limitare del bosco arriviamo al Corno di Semalo, a 920 m. (ore 1,50-2,10); da lì il sentiero diventa pianeggiante e prosegue sullo stesso tracciato del sentiero 240 fino a raggiungere l’abitato di Fosse, a 941 m. (ore 0,20-2,30), dove è possibile alloggiare e ristorarsi presso L’Albergo Ombra e La Pensione Vallenari.

Ottava Tappa
Fosse – Sega di Ala

Percorriamo la strada provinciale 12 attraverso il paese e dopo poco più di un chilometro deviamo a destra in prossimità delle indicazioni per Curto, sempre seguendo i sentieri 240 e 251. Proseguiamo lungo la strada, dapprima asfaltata e poi sterrata, fino all’incrocio

in località Casetta, a 1010 m. (ore 0,30), dove i sentieri 240 e 251 si dividono. Teniamo la sinistra sul sentiero 240 in direzione Contrada Tommasi, a 1140 m. (ore 0,20-0,50), dalla quale riprendiamo la provinciale 12 per circa 400 metri fino a quando sulla nostra sinistra il sentiero sale deciso. Arriviamo sul piccolo altopiano di malga Fanta, dove si trova la celebre Spluga della Preta, a 1438 m. (ore 1,00-1,50), una delle grotte più profonde al mondo i cui pozzi, finora esplorati, raggiungono la profondità di quasi mille metri. Da lì possiamo raggiungere il Corno d’Aquilio, mirabile belvedere sulla Val d’Adige con vista sul Monte Baldo (Variante Corno d’Aquilio ore 0,45 A/R). Dopo una visita alla chiesetta degli speleologi (eretta in memoria di Marisa Bolla Castellani, morta nel 1964 durante una spedizione all’interno della Spluga), ci incamminiamo lungo il sentiero 250 su strada sterrata fino a raggiungere la via Bianca, ora asfaltata, che percorriamo in discesa fino all’abitato di Sega di Ala, a 1224 m. (ore 1,05-2,55), dove possiamo alloggiare e ristorarci all’Albergo Monti Lessini.

Nona Tappa
Sega di Ala – Malga Lessinia

Verso la Val Lapisiana

Ci incamminiamo seguendo i segnavia del Sentiero delle Malghe fino a raggiungere il centro della valletta, dove scorre un piccolo rio. Da lì puntiamo diritti verso il bosco isolato di abeti alla nostra destra che possiamo superare sia a monte che a valle, per poi passare attraverso un carosello – realizzato con pali in legno per evitare la fuoriuscita dal pascolo del bestiame – e raggiungere la mulattiera che ci sovrasta di qualche metro. Dopo poche centinaia di metri la mulattiera su cui stiamo camminando giunge perpendicolare su un’altra mulattiera che, svoltando a sinistra, percorriamo fino a raggiungere la Strada Provinciale 211 dei Monti Lessini in prossimità dei tre pennoni che issano le bandiere europea, italiana e trentina (ore 0,40). Attraversata la Provinciale, prendiamo il sentiero che costeggia il filo spinato che, oltre a dividere le proprietà, segna il confine tra la provincia di Verona e quella di Trento. Dopo circa cinquecento metri il sentiero si inerpica verso il bosco che attraversiamo sempre tenendo come riferimento i segnavia E7 e i purtroppo logori pali segnavia del parco della Lessinia, fino a raggiungere la strada asfaltata che imbocchiamo; dopo poche centinaia di metri seguiamo alla nostra sinistra la strada sterrata che porta a Malga Roccopiano, che superiamo seguendo le tracce di sentiero/mulattiera le quali, scavalcando un lieve rilievo, ci portano in pochi minuti al bivio del Pidocchio, a 1568 m. (ore 0,40-1,20). Da qui seguiamo i sentieri 250 e 257 che, percorrendo la medesima strada bianca, ci conducono a Malga Lessinia, a 1616 m. (ore 0,15-1,35), dove è possibile ristorarsi e, con un po’ di fortuna, assistere alla magia della preparazione del formaggio e della ricotta

Decima Tappa
Malga Lessinia – Monte Tomba

Seguendo i sentieri 250 e 257 percorriamo la strada sterrata fino a raggiungere il bivio per Castelberto, a 1710 m. (ore 0,20), dal quale proseguendo diritti possiamo raggiungere l’omonima cima panoramica, a 1765 m. (Variante Castelberto ore 0,30 A/R) e il Rifugio Castelberto, dove è possibile ristorarsi e pernottare. Dal bivio continuiamo seguendo il sentiero 250 che in questo tratto è detto anche “dei cordoni” perché in un recente passato qui c’era il confine tra la Repubblica veneta e l’Impero austro-ungarico (ora confine tra la province di Verona e di Trento). Il sentiero ci porta con un dolce saliscendi fino a Podestaria, a 1655 m. (ore 1,10-1,30), dove nell’omonimo rifugio è possibile ristorarsi. Da lì proseguiamo sul sentiero 255 che ci farà scendere rapidamente al fondo della parte terminale del Vaio delle Ortighe per poi risalire più dolcemente sulle pendici del monte Tomba, fino ad incrociare la Strada bianca Provinciale 14 dove, durante l’inverno, passa il tracciato della pista di fondo conosciuta come Translessinia. Lì, svoltando a sinistra, risaliamo la provinciale per poco più di duecento metri per poi seguire alla nostra destra la stradina bianca che in pochi minuti di ripida salita ci porterà sulla sommità del monte Tomba, a 1776 m. (ore 0,55-2,25), con possibilità di ristoro e pernottamento al rifugio Monte Tomba e di solo ristoro al rifugio Primaneve.

Undicesima Tappa
Monte Tomba – Passo Pertica

Rifugio del 5° Artiglieria

Dalla tondeggiante sommità del monte Tomba seguiamo in direzione nord i segnavia E7 che su tracce di sentiero ci portano velocemente a raggiungere la sterrata provinciale 14, che seguiremo fino ad un primo bivio dove terremo la destra seguendo il sentiero 250 fino alla località Pozza Morta m.1715 (ore 0,25). Abbandoniamo la stradina bianca per guadagnare rapidamente, su tracce di sentiero, la sommità del Monte Sparavieri a 1797 m. (ore 0,20-0,45), vero e proprio balcone al cospetto del massiccio del Carega. Scendiamo in direzione sud-est seguendo il filo spinato fino a incontrare nuovamente la strada bianca e il sentiero 250 che seguiamo fino a San Giorgio, a 1505 m. (ore 1,15-2,00) dove possiamo sostare presso i ristoranti Genzianella e Al Caminetto. In prossimità di uno dei parcheggi riprendiamo il sentiero 250 fino a Malga Malera, a 1561 m. (ore 0,30-2,30), dove è possibile ristorarsi. Abbandoniamo il sentiero 250 e seguiamo il sentiero che, dapprima su mulattiera e poi su pascolo, ci porta a incrociare il sentiero 287 poco prima di raggiungere Passo Malera, a 1722 m. (ore 0,40-3,10). Dal passo, seguendo le tracce di sentiero alla nostra sinistra, possiamo raggiungere la Cima Trappola a 1865 m. (Variante Cima Trappola ore 0,50 A/R), la vetta più alta della Lessinia Veronese dalla quale si gode di un fantastico panorama a 360 gradi. Dalla stretta insellatura, proseguendo sul sentiero 287, scendiamo con qualche ripido tornante fino ad incrociare, poco più sotto, il sentiero 288 che lasciamo alla nostra destra. Il sentiero prosegue in falso piano tra sfasciumi di pietre e fitta faggeta fino al bivio con il sentiero 189, a 1533 m. (ore 0,25-3,35), che seguiamo salendo fino a raggiungere una comoda mulattiera che porta alla bocca trappola, a 1603 m. Il sentiero si fa stretto e scende fino ad un ponticello che agevola il passaggio per poi raggiungere rapidamente il sottostante Passo Pertica, a 1522 m. (ore 0,25-4,00), dove presso l’omonimo rifugio c’è possibilità di ristoro e pernottamento.

Dodicesima Tappa
Passo Pertica – Passo Campogrosso

Campana dell’Ortigara

Dal Passo Pertica seguiamo il sentiero 109 che, su strada bianca e con qualche evidente scorciatoia per evitare i primi tornanti, ci conduce fino al passo Pelegatta, a 1776 m. (ore 0,50), nei pressi del quale si trova il Rifugio Scalorbi dove si può ristorarsi e soggiornare. Continuiamo, sempre sul sentiero 109, seguendo la mulattiera di arroccamento che costeggia il versante occidentale del Monte Obante fino al termine del sentiero poco al di sotto della Bocchetta di Fondi, nel punto in cui incrocia il sentiero 157, a 1965 m. (ore 0,50-1,40). Da qui possiamo decidere se proseguire in direzione nord-ovest per raggiungere il Rifugio Fraccaroli, a 2238 m., dove è possibile ristorarsi e pernottare, e la vicina Cima Carega a 2259 m. (Variante Cima Carega ore 1,20 A/R), o andare in direzione sud-est fino a raggiungere la Bocchetta di Fondi, a 2040 m. Dalla Bocchetta il sentiero scende ripido tra roccette, mughi e ghiaioni fino ad incrociare la partenza del sentiero alpinistico del Vaio dei Colori, che lasciamo alla nostra sinistra per proseguire attraversando le ghiaie del Boale dei Fondi e raggiungere la Sella del Rotolon, a 1523 m. (ore 1,10-2,50). Il sentiero corre con un leggero saliscendi attraverso il bosco fino ad aprirsi sui pascoli del Passo Campogrosso (ore 0,30-3,20). Al passo, presso il Rifugio Campogrosso, c’è la possibilità di ristoro e pernottamento.

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