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Come è nato il rifugio FIE di Artesina

Di Brita (Italo Bruno)
da Escursionismo n. 3 1971
riportato nel libro di Bruno d’Onofrio:
Storia della FIE – Federazione Italiana Escursionismo

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Il Rifugio FIE Artesina in inverno

Già da 1948 il Comitato Regionale Ligure prospettava l’opportunità di disporre di un Rifugio alpino della FIE. Ma purtroppo, per esigenze di carattere economico (facilmente intuibili) e di tipo più generale, l’aspirazione rimase tale e fu solo nel 1962 che, frequentando la nuova e modesta (allora!) stazione invernale da poco funzionante di Artesina (Frabosa Sottana), posta alle pendici del Monte Mondolé nell’alta Val Maudagna, si poté iniziare la concretizzazione delle idee e dei progetti fatti per anni sulla carta.

Nel 1962 si iniziarono i lavori. sono trascorsi ben nove anni, nove anni durante i quali il Comitato Regionale dovette superare enormi difficoltà, sia di carattere finanziario che organizzativo.

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Il rifugio nei primi anni di attività

Non intendiamo fare qui la minuziosa storia di tanti anni, non basterebbero tutte le pagine della rivista. Ciò che conta è che il Rifugio è oggi una realtà concreta e che nel novembre 1970, se pur in forma sperimentale e temporanea, ha iniziato a funzionare. È una realtà che onora la FIE (per il modo pionieristico col quale è sorta) e tutti coloro che alla realizzazione hanno collaborato.

La prima comunicazione ufficiale agli organi della FIE che i dirigenti periferici liguri stavano per intraprendere la costruzione di un rifugio alpino «ex-novo», fu fatta dal presidente di quel Comitato sig. Gaggero nella seduta del Comitato Nazionale del 6 maggio 1962. Abbiamo citato questa data perché per la FIE può diventare storica.

Nel corso della seduta del Comitato Nazionale del 10 febbraio 1963 venne deciso il primo contributo «ufficiale» della FIE per il Rifugio Artesina.

Furono le prime 100.000 lire che arrivavano ad aiutare l’impresa dei liguri, distolte da una disponibilità annua di bilancio di L. 1.500.000. Un secondo contributo, ottenuto tramite l’interessamento del Dr. Giandolini espressamente per tale impresa, giunse il 13 ottobre 1963: mezzo milione.

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Il Mondolé

Poche cose, gocce in un mare. Intanto gli uomini dedicavano ore gratuite di lavoro; piccole sovvenzioni «per tirare avanti». E il rifugio, lentamente cresceva. Si cercarono legni e arredamenti da navi in demolizione; si intrapresero operazioni varie «al risparmio» per far fronte ad un’opera che, oggi, è stata valutata, dal computo metrico estimativo eseguito dal geom. Giuseppe Borgia di Torino, in L. 37.200.000, computo presentato al Ministero del Turismo e dello Spertacolo.

Di fronte a questo costo il Comitato Regionale Ligure ha già speso sino ad oggi L. 14.047.370 a cui vanno aggiunte circa 15.000 ore di mano d’opera gratuita e volontaria prestata nel corso di nove anni dai componenti del C.R.L. e da un gruppo di collaboratori.

Proposto dal compianto cav. Sioli e approvato dal Comitato Nazionale nella seduta del 17 gennaio 1965, giunse il secondo contributo «ufficiale» della FIE al costruendo Rifugio Artesina: altre 100.000 lire. Non solo, ma nel corso della sua relazione svolta all’Assemblea Nazionale del 17 aprile 1966 in Milano, lo stesso Presidente Sioli definì il Rifugio FIE Artesina «il primo rifugio Federale…» (vedi libro verbali, pag. 125). Precisiamo queste cose perché al di là delle risapute difficoltà legali legate strettamente all’ottenimento del Riconoscimento Giuridico della FIE prima di poterne definire giuridicamente la proprietà, nessuno abbia a mettere in dubbio una realtà chiara e voluta dalla FIE. Infatti i dubbi – in buona o mala fede – apparvero nel corso dell’Assemblea Nazionale del 19 aprile 1970 a Torino, quando qualcuno dimenticò questi precisi particolari precedenti cercando di far credere che il rifugio non era della FIE e ciò per confutare alla nuova Giunta Esecutiva e al nuovo Consiglio Nazionale, un contributo di lire 1.000.000 assegnato ancora al costruendo Rifugio Artesina; contributo ottenuto espressamente per tale costruzione e quindi non distolto dal bilancio annuo «ordinario».

Al momento dell’apertura rimanevano ancora da saldare, a breve scadenza, fatture per L. 2.175.800; inoltre erano da rimborsare a privati (per prestiti ottenuti senza interessi!) L. 2.610.000. Per lavori ancora da farsi nelle camerate del sottotetto, circa L. 2.000.000.

È chiaro che il Rifugio FIE Artesina ha ancora bisogno della collaborazione e della solidarietà dei Dirigenti delle Associazioni e di tutti i Dirigenti Federali.

Il Rifugio «FIE» di Artesina si compone delle seguenti parti.

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La sala da pranzo oggi

Piano terra:

  • Un salone ristoro, con 50 posti a sedere e 7 grandi tavoli.
  • Un salone con 10 fornelli a doppio fuoco, per la preparazione di pasti; lavandino in acciaio inossidabile a 2 rubinetti; grande armadio, con stoviglie posate e bicchieri e altro materiale necessario per un moderno comfort.
  • Una cucina di servizio a 4 fuochi, con lavabo in marmo tipo lavello e grande armadio-dispensa.
  • Doppi servizi igienici, completi, dotati di acqua corrente.
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Una camera da letto come si presenta oggi

Primo piano:

  • N. 8 camere a 3, 4, 5 e 6 posti letto, in cuccette di mogano a castelli dotate di materassi, guanciali e 3 coperte di lana per posto letto.
  • N. 3 doppi servizi igienici agli estremi del corridoio, dotati di acqua corrente.
  • Ogni camera è arredata di mobile con 4 cassetti, con specchio grande, doppio attaccapanni a 6 ganci e sgabelli.

Secondo piano:

In via di ultimazione per essere sistemato a camere e locali di magazzino.

Riscaldamento: piano terra e 1° piano, con grandi stufe a kerosene e a carbone.

Illuminazione a gas liquido.

Cucine: alimentate a gas liquido, con impianto centralizzato in apposito locale all’esterno del rifugio.

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